Il decreto del governo del cambiamento, su giochi e scommesse, vieta spot in tv e sponsorizzazioni. Un pericolo per l’economia del calcio italiano, se pensiamo ai fatturati di club come Real Madrid, Barcellona, Bayern e PSG. Qualche decennio fa la Serie A era la più ricca e prestigiosa e, infatti, i migliori calciatori venivano a giocare in Italia, come Platini, Maradona, Gullit, Van Basten, Zidane, Ronaldo. Cosa succederà adesso all’economia del calcio italiano? Lo stesso è accaduto e accade per gli allenatori; un valido esempio è rappresentato dal fatto che negli ultimi anni anche i commissari tecnici italiani hanno preferito fare soldi e successi all’estero.
Le squadre italiane non vincono trofei internazionali dai tempi del Triplete dell’Inter, ed anche questo deve farci riflettere, specie se pensiamo che il calcio in Italia è tra le prime dieci industrie per fatturato, con un giro d’affari di poco inferiore ai 14 miliardi di euro. Se i club italiani restano a galla non è merito degli incassi allo stadio, peggiori d’Europa. Molte entrate per i club sono garantite dai diritti tv e dalle sponsorizzazioni. Diritti tv che restano inferiori rispetto agli incassi di Premier, Liga e Bundesliga. Assurdamente infatti quando il Sunderland è stato retrocesso in Inghilterra ha intascato più introiti tv della Juve campione d’Italia. Altra grossa fetta è proprio quella delle sponsorizzazioni e le pubblicità, autentiche vitamine per la salute dei club ma anche per le tv.
Se dovesse andare in porto il decreto voluto da Di Maio le perdite stimate sarebbero all’incirca di 120 milioni di euro l’anno. La pubblicità legata alle scommesse per le televisioni vale 70 milioni l’anno, il 50% (35 milioni) solo di Mediaset (favorita negli ultimi anni dalle esclusive su Champions e Mondiali). Dunque eliminare le sponsorizzazioni, trasformerebbe la Serie A in un campionato ancora più di basso livello. I club non sarebbero più in grado di pagare giocatori di qualità e verrebbero meno anche i soldi che le agenzie di scommesse pagano per esporre i cartelloni pubblicitari di metà delle società di Serie A, contratti che variano da 500 mila euro al milione di euro.
Ci perderebbe anche lo Stato Italiano, con una notevole riduzione degli incassi stimata ad oltre 200 milioni di euro l’anno. All’estero invece le agenzie di scommesse continuano a investire sui club e sponsorizzarli e non solo nel mondo del calcio. Nel decreto non si tiene conto poi di una cosa: quando una squadra straniera con sulla maglia lo sponsor di una società di betting giocherà in Italia che si fa? La partita potrà essere trasmessa in tv? Staremo a vedere…

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