Immagine in evidenza: Antonio Junior Vacca - crediti: foto di Mario Marino (RIPRODUZIONE RISERVATA)
Il Calcio Foggia 1920 inaugura la puntata zero del nuovo format, “A casa nostra“, ospite della puntata il centrocampista, ex Venezia: “Antonio Junior Vacca ha Foggia nel cuore” è il titolo dell’episodio.
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“Conosco ogni angolo di questa città, conosco ogni sfaccettatura di Foggia e dei foggiani. Questa piazza (Piazza Cavour) mi ricorda la festa promozione. Poi dopo Foggia, avendo fatto anche altre promozioni, posso assicurare che quella fatta qui in questa piazza è indimenticabile, è unica. Sono arrivato a Foggia un po’ nelle stesse condizioni in cui sono arrivato adesso, sono arrivato che sono stato messo sotto contratto a Gennaio ma ero qui già da qualche mese che mi allenavo con la squadra” – dice Vacca – “Tutto questo ha facilitato poi il giorno in cui ho messo piede in campo perché conoscevo già al 100% tutti i miei compagni. Speriamo che quest’anno si verifichi un po’ la stessa cosa di 5-6 anni fa. Il momento più bello è stato il giorno che siamo tornati da Fondi e abbiamo trovato questa piazza invasa dai tifosi”.
“Non so in quanti erano ma una cosa che ricordo è che dal pullman non si vedeva un pezzo di asfalto per cui lascio immaginare. E’ stata una sensazione unica, il percorso fatto dal pullman neanche lo ricordo perché non si vedevano neanche le strade per quanto erano invase dai tifosi. Vincere qui a Foggia ha un sapore tutto diverso, particolare. I foggiani ti entrano dentro, basta pensare al fatto che quando sono andato via da qui e sono andato al Parma e abbiamo vinto il campionato io ho festeggiato con la maglia del Foggia e il Foggia ha contribuito alla promozione del Parma fermando il Frosinone all’ultima giornata, per cui Foggia mi ha dato tanto non solo quando indossavo la maglia ma anche quando sono andato via. Poi l’ho sempre seguita negli anni e quando mi chiedono ‘per che squadra tifi?’ io ho sempre risposto Foggia“ – continua.
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“Uno dei ricordi più belli e divertenti quando intorno all’ottantesimo (fa riferimento alla partita contro il Cittadella, ndr.) venne espulso Antonio Narciso. Avendo finito i cambi, ti dico la verità, non ci pensai neanche per due secondi: appena capii che l’allenatore non avrebbe potuto fare cambi mi tolsi la maglia, la girai al contrario, mi feci prestare i guanti da Narciso; la mia mano era più piccola di tre-quattro centimetri rispetto a lui però con coraggio mi misi in porta e in quel momento, quando Narciso venne espulso è perché aveva preso la palla con le mani fuori dall’area di rigore; per cui c’era una punizione dal limite e in quel momento credo che l’avversario che batté la punizione pensò ‘vabè non essendo un portiere gliela metto sul suo palo’ e credeva di avere più possibilità di fare gol” – racconta Vacca – “Però mi misi in una posizione tale che magari spingendo sarei potuto arrivare sia se me l’avesse messa sul mio palo o sopra la barriera”.
“Quindi non so, mi allungai e toccai la palla con le dita e la deviai sul palo. Da quel momento in poi comincia anche un po’ ad esaltarmi; fu il pubblico ad esaltarmi. Tutto lo stadio cantò il mio nome, la cosa divertente è che poi nelle settimane successive, quando qualche portiere anche in allenamento rinvia la palla e buttava la palla avanti De Zerbi si arrabbiava col preparatore dei portieri dicendo che se non gli faceva giocare la palla ai portieri mi avrebbe messo in porta. Per cui questo è uno dei tanti ricordi belli vissuti qui a Foggia. Giovanni Stroppa arriva un po’ nello scetticismo generale, anche quello di noi giocatori essendo legati in modo pazzesco a De Zerbi fu un po’ traumatico il suo addio. Poi Stroppa ci mise poco ad entrare nei nostri cuori. Fu molto intelligente e al primo giorno disse ‘Cambiare quello che stavate facendo sarebbe da pazzi, quindi continuate a divertirvi così. Le vittorie cominciarono comunque ad arrivare e Stroppa diventò subito uno di noi“ – conclude. Poi ha lanciato un messaggio ai tifosi…
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