Gianni Infantino, crediti: Pasquale Golia - Riproduzione Riservata
Domani pomeriggio, ore 17 italiane, il calcio d’inizio con la gara inaugurale Qatar-Ecuador. Intanto ha parlato il presidente della FIFA Gianni Infantino e non ha usato giri di parole per fotografare la realtà di questi Mondiali e del Qatar ed anzi ha accusato, rispondendo alle polemiche sui lavoratori migranti morti per costruire gli otto stadi della rassegna.
“Le critiche di questi giorni sono profondamente ingiuste ed ipocrite e le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia” – ha detto.
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Infantino poi aggiunge ed accusa: “Siamo in un regno sovrano, la Fifa non può cambiare le leggi così come non può farlo nel Regno Unito o altrove, ma ha erogato un fondo di 350 milioni di dollari per i lavoratori negli ultimi quattro anni. Le aziende occidentali che sono qui, però, non vogliono aumentare i salari di questi lavoratori”.
Circa le discriminazioni che taluni denunciano in Qatar Gianni Infantino ha detto di sentirsi: “Oggi mi sento qatarino. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento disabile. Oggi mi sento un lavoratore migrante. Mi sento come loro e so cosa vuol dire essere vittima di bullismo perché lo sono stato. Ho pianto e ho cercato di reagire. Sono figlio di lavoratori migranti che hanno vissuto in condizioni molto difficili in Svizzera per come vivevano e i diritti che avevano. Ho visto come veniva trattato chi cercava di entrare nel paese, ma ora la Svizzera è un esempio di tolleranza. Il Qatar ha fatto progressi e ne parleremo, come spero che parleremo anche di calcio. La Fifa è orgogliosa di essere qui, questo sarà il Mondiale più bello per la gente che ama il calcio, ma sono stanco di leggere commenti su persone e su decisioni prese dodici anni fa”.
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