Maradona ai Quartieri Spagnoli (Napoli), crediti: Antonio Piazzolla/lagoleada.it - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il mondo continua a piangere Diego Armando Maradona, venuto a mancare lo scorso 25 novembre. Le persone che gli erano state vicino negli ultimi mesi dicono che “è finito il suo inferno”. Ciò che Maradona stava vivendo in questi ultimi anni: “un uomo stanco, confuso, svuotato, malato, ormai ostaggio dei suoi demoni e di una vergognosa faida fra clan, tutti a caccia dei suoi soldi, della sua pubblicità, dei suoi slogan. Una caduta nel vuoto cominciata anzi ricominciata due anni fa e accelerata dai troppi eccessi, a partire dall’abuso di alcol, ormai il suo avversario principale, il peggior nemico insieme agli psicofarmaci, dei quali era prigioniero” – scrive così il Corriere delle Sera.
Appena un mese fa aveva compiuto 60 anni e, tra i tanti auguri ricevuti (come anche quelli di Pelè), anche il Calcio Foggia 1920 aveva dedicato un tweet al “Pibe de Oro”. I funerali si stanno svolgendo in forma privata e tutta l’Argentina è in lacrime da giorni.
“Abbiamo notato nel processo di recupero post-operatorio alcuni episodi di confusione” aveva ammesso il dottor Leopoldo Luque, suo medico personale. Diego però non stava affatto bene tra depressione, paura del Covid, la zoppia al ginocchio e l’operazione al cervello. Dopo l’intervento infatti non era tornato nella sua casa di La Plata ma era rimasto nei pressi della fidata clinica Olivos nel centro di Buenos Aires, dov’era stato operato.
Il quotidiano Clarín, ha riportato le sue parole, cui Diego aveva affidato il suo testamento spirituale: “Sono stato molto felice, il calcio mi ha dato tutto, più di quello che ho immaginato. Senza la droga, avrei potuto giocare e vincere molto di più”. Intanto a Napoli continua il pellegrinaggio per il “Dio del calcio” e il web impazzisce repostando lo storico riscaldamento del 1989, prima di Bayern-Napoli.
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