Mesut Özil ha detto basta. Il trequartista dell’Arsenal lascia definitivamente la nazionale tedesca dopo la polemica scaturita dalla foto con Erdogan: “Hanno usato quello scatto per mettere una nazione contro di me”.

Tutta “colpa” di una foto. Tutto “cancellato” grazie ad un’immagine così, come spesso ormai la vita insegna, basta un attimo per far crollare quanto costruito in una vita. Stanco, deluso, ferito, Mesut Özil lascia la nazionale tedesca e lo fa per quella foto con Erdogan, pubblicata sui social a metà maggio. Critiche, insulti e minacce sono state all’ordine del giorno da quel momento ad oggi, quando Mesut ha detto basta. Davvero troppo per chi ha dedicato una vita ad essere il “simbolo dell’integrazione”: “Il trattamento che ho ricevuto non mi fa più desiderare di indossare la maglia della nazionale. Mi sento indesiderato. Non è questo il motivo per il quale gioco a calcio. Il razzismo non può mai esser tollerato” – spiega il calciatore.

Özil ha pubblicato tre comunicati sul proprio twitter, tutti molto lunghi, dettagliati e sofferti: basti pensare che tra il primo e l’ultimo comunicato trascorrono la bellezza di ben otto ore, un arco temporale che ha tenuto tutta la Germania coi riflettori su di lui. Il primo comunicato è servito a sfogarsi, liberarsi di tutto e spiegare cosa lo ha portato ad accettare l’invito di Erdogan: “Per me non aveva importanza che fosse il presidente turco o quello tedesco, perché mi sarei comportato allo stesso modo. Ho due cuori, uno tedesco e uno turco. Durante la mia infanzia mia madre mi ha trasmesso il valore del rispetto, chiedendomi di non dimenticare le mie origini. Ma la popolazione tedesca invece non prese bene questo incontro, e molti tifosi chiesero al commissario Löw di escluderlo dal Mondiale in Russia.

Il secondo comunicato invece si è  trattato di un attacco volto ai media, agli sponsor e alla federazione: “Quando Matthäus ha incontrato Putin non si è gridato allo scandalo. Perché la federazione chiede a me di spiegare il caso Erdogan e non ha chiesto alla Mercedes, suo sponsor, di prendere posizione sullo scandalo emissioni? Per me la foto con Erdogan non era propaganda, ma è stata usata per fare propaganda destrorsa. Non si criticavano le mie prestazioni ma il mio legame con le mie radici. Hanno usato la foto per mettere la Germania contro di me. Credo che quanto fatto sin dal 2009 quando esordii in campo internazionale sia stato dimenticato”.

Le sue 92 presenze e i suoi 23 gol non contano più nulla? “Bernd Holzhauer, un politico tedesco, mi ha insultato per quella foto e per le mie origini. Werner Steer, amministratore delegato del teatro tedesco di Monaco, mi ha detto di andare in Anatolia, terra di immigrati. Ho incontrato Grindel, capo della Dfb, prima di partire per il mondiale e non era interessato alle mie spiegazioni, voleva solo espormi le proprie idee. Loro non sono meglio del tifoso che, dopo Svezia-Germania, mi ha dato del maiale turco. Per non parlare delle mail, le telefonate e i post sui social pieni d’odio che la mia famiglia ha subito”.

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