Ha sostenuto la sua nazionale in ben 7 mondiali (da Italia ’90 a Brasile ’14) e si è definito, scherzosamente, il “dodicesimo brasiliano in campo” vedendo la Seleção alzare la coppa in due occasioni (nel 1994 e nel 2002).
Nell’ultimo mondiale, quello del 2014, ha regalato la copia della coppa del mondo ad un bimbo tedesco: “è difficile separarsene” – disse – “ma ve la siete meritata!”. Nel 2015 si è spento all’età di 60 anni, presso la Casa Santa Porto Alegre, dopo aver lottato valorosamente contro un cancro, una battaglia durata nove lunghi anni.

Un nonno con la coppa in valigia
Sette Mondiali, sette edizioni della Copa America (ultima presenza in Cile nel 2015), quattro Confederation Cup ed una Olimpiade. Ha seguito i verdeoro da Italia ‘90 a Brasile 2014, un pazzo viaggio in 66 nazioni differenti consacrandolo ad icona del tifo puro ed incontaminato. Dopo la clamorosa sconfitta del Brasile, nell’ultimo mondiale casalingo, Clovis, ripreso sugli spalti, regalò la replica del trofeo ad un piccolo tifoso della Germania facendo commuovere tutti: “Non è semplice cedervela, ma ve la meritate. Portatela in finale”.

160 partite, la sua passione colpì anche la FIFA
160 “presenze” festeggiate sugli spalti con compagni ed avversari, regalando sorrisi a prescindere dai colori e dall’esito delle sfide. La stessa FIFA ne rimase colpita al punto da realizzare pochi anni fa un’intervista a Clovis: “Quando vidi i Mondiali del 1970 decisi che un giorno avrei seguito dal vivo i miei eroi. Ci riuscii nel 1990, in Italia, il mio primo Mondiale” – disse lui in quell’occasione.

Passaggio di consegna: da padre in figli
Clovis continuerà a sostenere la sua nazionale, e non solo dall’alto perché a portare la Coppa del Mondo in Russia (e a farsi crescere i baffi come il papà) ci hanno pensato i figli Frank e Gostavo, in quello che può essere considerato un vero e proprio passaggio di consegne: i due infatti hanno preso un aereo per l’Europa, continuando la tradizione tipica della famiglia Fernandes. Ciao Clovis e… bola na rede!
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