Immagine in evidenza: mister Tommaso Coletti - crediti foto: pagina ufficiale Facebook Calcio Foggia 1920 (frame da video)
Nella tarda mattinata odierna, il tecnico in seconda del Foggia Tommaso Coletti ha presentato la sfida di campionato con l’Avellino, in programma alle 20:45 di domani: tutte le sue dichiarazioni.
“Su chi è arrivato sono molto contento, la società ha cercato di seguire le indicazioni cercando di prendere giocatori richiesti. Finalmente arriva qualche rinforzo, con giocatori di qualità che hanno fame e da dare nuova linfa, di cui c’è bisogno. Di questo non posso che essere molto felice“.
“Quanti di quelli arrivati possono già scendere in campo domani? Tutti, credo ci sia solo un piccolo contrattempo burocratico per Tascone, bisogna aspettare ancora qualche ora per dare l’ufficialità. In teoria dovrebbe essere a posto anche lui, dobbiamo aspettare qualche ora per una questione burocratica con l’Entella, ma sono tutti disponibili. Sono davvero felice perché tutti sono a disposizione e con una voglia incredibile“.
“Arriva una squadra fortissima, costruita per vincere. Da un lato può essere un problema, dall’altro un trampolino: tutto sta nel come si affronta la partita e si imposta. Ho cercato di impostarla preparandola sì sotto il piano tecnico–tattico, ma mettendo il focus sotto l’aspetto caratteriale. Ho chiesto loro di tirare fuori tutto quello che hanno, di grattare il fondo della loro anima: tutti i minuti, ogni singola goccia di calcio, voglia e desiderio devono tirarla fuori. Non è una partita qualunque, al di là della storia che ha, ma proprio per il momento che stiamo vivendo; dobbiamo dare risposte a noi stessi, alla società, alla piazza e tutti. Ho chiesto loro una battaglia; potrà risultare anche una partita sporca, ma non dobbiamo sbagliare atteggiamento. Domani voglio 20 animali pronti a tutto“.
“Giocare 80 minuti in 10 non è semplice. 80 minuti secondo me tenuti comunque bene: oltre il gol non hanno avuto tante occasioni limpide. Non si può andare allo sbaraglio con un uomo in meno, ma bisogna gestire anche le forze. Avevamo pensato di rimanere col 4-4-1 e di ripartire in caso di qualche occasione coi giocatori forti, infatti 10 minuti dopo l’espulsione c’è stata una grande occasione per Embalo. Diventa difficile continuare a giocare in quel modo, perché sotto l’aspetto tecnico stiamo lavorando da due settimane-20 giorni, ci vuole tempo per impiantare idee. Lavoriamo su testa e carattere, cercando di tirare fuori il massimo sotto tutti i punti di vista. Se avessimo affrontato la situazione di Giugliano con due mesi di lavoro, l’avremmo gestita diversamente. Non prendendo gol su angolo, secondo me facciamo un’impresa e una grande partita, in 10 per 80 minuti riuscire a portare a casa un punto è oro. Poi dispiace prendere 4 gol, non deve mai succedere a livello di dignità e orgoglio, non li meritavamo; avevamo fatto una partita molto dignitosa fino all’81’, non si può perdere la testa. Ci vuole sempre equilibrio, anche e soprattutto nei momenti negativi. I primi 20 minuti secondo me sono stati eccellenti, perché si è iniziato a vedere le nostre idee e quello che vogliamo portare; degli altri sono felicissimo perché i ragazzi si sono impegnati e si sono adattati anche giocatori con caratteristiche non proprio difensive come Embalo e Millico. Dispiace per gli ultimi dieci minuti, che oscurano il lavoro fatto: non avremmo dovuto prendere 4 gol, giustamente poi il tifo e la gente si arrabbiano. Non avremmo dovuto prenderli, li abbiamo regalati ed è giusto che la gente si arrabbi; anche gli ultimi dieci minuti andavano gestiti allo stesso modo“.
“L’Avellino è una corazzata, ha due squadre e mezzo. Dipende dal modo in cui affrontiamo la partita, almeno per come sono io e quello che ho vissuto io, nei momenti difficili tiravo fuori il meglio e questa potrebbe essere la partita giusta. Deve essere una spinta, dobbiamo tirare fuori orgoglio: voglio, ho chiesto e deve essere una partita orgogliosa fino all’ultimo secondo, il risultato sarà una conseguenza. Se diamo tutti il 110%, non è facile batterci, ce la possiamo giocare anche con l’Avellino. Non penso che noi siamo scarsi, assolutamente: i giocatori per me sono forti, sono contento“.
“Sono molto felice che tornino i tifosi allo stadio, è giusto che sia così. Si affronteranno le situazioni che verranno. Credo che tutti i tifosi vogliano bene al Foggia, non credo vengano per distruggere. Si aspettano di vedere qualcosa di importante sotto il piano caratteriale, dobbiamo essere bravi a portarceli dalla nostra: sono arrabbiati e hanno ragione perché non stanno arrivando i risultati. Dobbiamo essere bravi a far capire loro che vogliamo svoltare e che il desiderio è quello di combattere fino all’ultimo, senza tirarci indietro, secondo me in quel caso ci aiuteranno e spingeranno come sempre. Non penso vogliano il male del Foggia, assolutamente: si aspettano qualcosa di importante, vogliamo dare una prestazione di questo tipo. Il clima? Non cambia il modo di giocare, questa settimana è stata preparata in modo caratteriale. Dobbiamo affrontare col coltello in mezzo ai denti questa partita, qualsiasi cosa accada e temperatura ci sarà“.
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“Se mi aspetto qualcosa dal mercato per la difesa? Stiamo facendo alcune valutazioni anche sotto questo punto di vista, abbiamo chiesto alla società anche altri giocatori, soprattutto offensivi: un altro esterno piede mancino, magari un esterno piede destro che possa far coppia con Millico perché siamo contati davanti. Dietro ci può stare, è una valutazione che stiamo facendo con la società, ma tutto sommato dietro siamo coperti, i giocatori ci sono, abbiamo gente come Rizzo che fa sia il terzino che il centrale, la priorità secondo me non è dietro. Più giocatori arrivano, più siamo contenti: in linea con le idee della società, cerchiamo di portare più giocatori possibili che possano dare una mano“.
“Quando ho accettato di venire qui a dare una mano, l’ho fatto consapevolmente di quello che poteva succedere, cioè delle difficoltà che c’erano e dell’essere inevitabilmente un allenatore inesperto, non ho problemi a dirlo. La speranza era col desiderio e con la passione di far vedere a tutti che siamo capaci e bravi. Io sulla graticola? Penso sia una prerogativa del mestiere, non penso a niente. Penso solo a dimostrare e spingere finché posso per fare il bene del Foggia, dando tutto me stesso. Se le cose vanno bene, diventa un trampolino anche per me. Mi sono preso un bel rischio ma sono sempre positivo e spingo. Credo ci sia un legame importante con i giocatori, che non devono giocare per noi ma per sé stessi, per l’orgoglio di battere l’avversario, di far parte di un gruppo, di aiutare il mio compagno: quello dovrebbe essere l’orgoglio che deve muoverli. Dobbiamo tirare fuori il massimo da quello che abbiamo adesso, ho chiesto loro disponibilità che ho visto e sono contento. Si va in campo per sé stessi e per la propria dignità; penso che un uomo che fa un mestiere e qualsiasi cosa, deve avere l’orgoglio di essere migliore di chi si ha di fronte“.
“È un momento delicato. Il valore della partita di domani è inestimabile, al di là del risultato mi concentro sulla prestazione e sul modo di arrivare al risultato, dove voglio arrivare con una maniera pulita, giusta e forte e non in maniera sporca. Lavoro proprio su questo: voglio creare un’identità e una mentalità forte, per cui le partite devono sempre essere giocate al massimo, senza speculare. Questa partita ha un’importanza incredibile sotto tanti punti di vista: il risultato è fondamentale, ma credo che la cosa più importante per il percorso che stiamo facendo sia il modo di affrontare la partita che, se non sbagliato, ci giocheremo una grande chance con una squadra costruita per vincere. Dobbiamo mettercene di più di loro, per quanto anche loro siano motivati. Dobbiamo arrivare prima sul pallone e vincere ogni contrasto, tirando fuori tutto quello che abbiamo. Se ci mettiamo alla pari sul piano agonistico e caratteriale, mi auguro che sul piano tecnico-tattico emerga tutto quello che abbiamo“.
“Foggia non è facile da gestire: non tutti i giocatori, gli uomini possono giocare qui. Ci sono persone che si trovano bene e altre meno; se diversi dopo un percorso si trovano logori, mettendosi comunque sempre a disposizione, è giusto che vadano. Ho impiegato Frigerio, Beretta, Garattoni e Peralta, giocatori che si sono messi a disposizione; nel momento in cui ti logori dopo un certo percorso, è giusto che si vada via, è il messaggio che stiamo cercando di mandare. Chi non vuole più lottare e non trova stimoli a stare qui deve andare via. Le difficoltà ti forgiano, se ci sgretoliamo invece di reagire ce ne dobbiamo andare. Alle difficoltà si reagisce: qua ci sono difficoltà, la piazza non è semplice ma impegnativa, quindi dobbiamo tirare fuori di più delle altre piazze“.
“Siamo felicissimi dei nuovi arrivati, soprattutto perché oltre all’aspetto tecnico abbiamo cercato di individuare profili caratteriali, la cui prerogativa è quella di mettere in campo l’aspetto caratteriale e non solo tecnico. Sul loro impiego valuteremo la formazione migliore. Le scelte che vengono fatte le faccio io e basta, ci metto la faccia io, le scelte tecniche le faccio io, nessuno mi mette in testa cose; ci sono confronti sotto l’aspetto tecnico con direttori, società e presidente ma vi posso assicurare che le scelte le faccio tutte io, c’è la mia firma su ogni scelta. Mi confronto con il mio staff e Vacca, elemento importantissimo nello spogliatoio, ma le scelte che faccio io, solo ed esclusivamente io, tengo a sottolineare questa cosa. Sarò sempre grato alla società, alla piazza e alla gente per la chance che ho avuto e per aver appoggiato questo, sanno quanto ci tengo. Venirmela a giocare con la testa non mia, non sarebbe stato giocarmela bene: io la chance me la gioco con le mie idee, se poi non andrà bene prenderò le mie responsabilità, ma con le scelte che ho fatto io“.
“Modulo? È un numero, il 4-2-3-1 è semplicemente la base, poi ogni partita riserva insidie, difficoltà, studiamo gli avversari, i loro punti di forza e deboli. In ogni partita cerchiamo di mettere dentro la miglior formazione ed il miglior modulo per affrontare la partita, ma sono i princìpi ad essere importanti: sono ben definiti, ma per vedere i risultati ci vuole il suo tempo. Credo che nei 20 minuti di Giugliano qualcosa si sia visto, non posso che esserne felice. Odjer? Da quando sono arrivato, ereditando la situazione che c’era, sapevo dovesse andare via e che fosse sul mercato: sapevo addirittura avesse chiuso una trattativa, quindi doveva andare via. Ciò non toglie che per me è un giocatore come gli altri, ha delle caratteristiche e gli riservo le attenzioni che riservo a tutti; se sarà necessario ed opportuno lo utilizzerò, non c’è preclusione. Sul mercato mi confronto sulla società ma non ho la forza di decidere, non ho carta bianca; la società mi ascolta e sono felicissimo di questo, saranno loro valutazioni. Dalla situazione ereditata, Odjer sarebbe dovuto andare via, so che avesse mercato e che stesse trovando accordi per andare via. Poi è rimasto e valuteremo se utilizzarlo“.
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