Cominciano le consultazioni post-Canonico per il Foggia che verrà. La Sindaca Episcopo lo aveva anticipato nella giornata di ieri (qui la nota del Comune), quando ha parlato della pec inoltrata ai presidenti delle Associazioni di Categoria per verificare se al loro interno ci siano degli imprenditori interessati a subentrare all’attuale proprietà del Foggia Calcio 1920, avviando così le prime interlocuzioni. I contatti proseguono con incontri, riunioni e telefonate con imprenditori e consulenti.
In pole resta la cordata Salandra-La Torre (ne parlavamo proprio ieri), e lo conferma questa mattina Il Corriere dello Sport, nella sua edizione odierna. L’obiettivo della sindaca Maria Aida Episcopo è quello di garantire l’iscrizione del Foggia al prossimo campionato di Serie C (senza scendere di categoria) entro la scadenza perentoria del 4 giugno prossimo.
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A Foggia si costruisce il post-Canonico
“Canonico viene ritenuto dai più il passato, ma quei tifosi che sempre più aspramente lo contestano (una parte consistente a giudicare dalle invettive sui social), pur di tenerlo definitivamente lontano dal Foggia del futuro sarebbero disposti a ripartire dalle serie inferiori“, il commento sul CdS. Ma rinunciare alla categoria, così duramente salvata, non sarebbe nulla di più sbagliato.
“Nelle due precedenti stagioni in cui i rossoneri sono dovuti ripartire dalla quarta serie (2012-13; 2019-20), il Foggia è riuscito a scontare un solo anno di purgatorio grazie a due ripescaggi nei confronti del Matera la prima volta (vincitore del confronto playoff) e del Bitonto la seconda volta (vittima di un illecito). Il richiamo storico può essere utile anche ai nuovi potenziali compratori per orientarsi tra le due opzioni: ripartire dalla Serie C – e quindi dal professionismo – con una debitoria sostenibile per una società di calcio (2,3 milioni di euro) e una squadra già pronta per due terzi, oppure scendere di categoria e spenderne almeno altrettanti per risalire dove già ci si trova (se fosse serie D). Ricordi utili per ricordare, a quanti lo ignorano, come la serie D (o peggio ancora l’Eccellenza) siano campionati durissimi per una piazza non abituata a misurarsi su certi campi”, conclude il Corriere.
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