Immagine in evidenza: Roberto De Zerbi - crediti foto: Brighton & Hove Albion FC
Brighton-Liverpool di FA Cup sarà una sfida indelebilmente impressa nella memoria di Roberto De Zerbi: saranno infatti 300 le panchine tra i professionisti che il tecnico di Brescia festeggerà questa domenica. Per l’occasione, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de Il Corriere della Sera – Brescia, in cui ha ricordato anche i suoi trascorsi sulla panchina del Foggia.
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Cosa viene in mente a De Zerbi se gli viene recitato l’undici composto da Narciso, Loiacono, Grea, Agostinone, Pinna, Quinto, Allocco, Agnelli, Bencivenga, Sainz-Maza e Cavallaro?
“Foggia-Melfi, Coppa Italia di C. La prima da professionista. Avevamo perso nel finale, ma lì iniziò una storia bellissima durata due stagioni. Calcisticamente, per le esperienze da allenatore e calciatore, Foggia è la mia città. E quella è – risponde – stata la mia squadra più bella, mi rappresentava anche come carattere. Mi sento ancora con tutti loro, Quinto è entrato nel mio staff e molti sono diventati allenatori. Le riunioni del giovedì erano confronto continuo tra di noi, ci scambiavamo idee, era stimolante”.
Può avere aiutato il fatto di avere iniziato da giovane ad allenare, per stabilire un rapporto stretto con i suoi?
“Senza dubbio, poi però conta il carattere. Se io ho fatto strada, il merito è dei calciatori. Da allenatore non mi considero superiore a loro: decido io, certo, ma il rapporto deve essere di fiducia. Per essere autorevole non serve controllare a che ora tornano a casa la sera. Non l’ho mai fatto. Quel Foggia era composto da ragazzi intelligentissimi, curiosi: nell’ora e mezza in cui analizzavamo la partita ci divertivamo, parlavamo di calcio anche a cena nelle sere di Champions. La mia idea di gioco era entrata nelle loro teste. Sono state squadre belle anche il mio Sassuolo, lo Shakhtar che ho dovuto lasciare troppo presto. Ma quel Foggia resta in cima. Sa che non dormo ancora la notte per la sconfitta nella finale play off con il Pisa?”.
La finale playoff persa col Pisa è la partita che De Zerbi rigiocherebbe?
“Sì, lo è. Perché ci è stata tolta una promozione in Serie B che meritavamo. E nessuno ce la restituirà. C’era un entusiasmo pazzesco attorno a noi, vincemmo la Coppa Italia di C, arrivammo però all’atto finale con tanti infortunati, dopo aver buttato molte energie mentali. E la promozione diretta ci sfuggì con il Benevento: sull’1-0, sbagliammo un rigore e ci ripresero“.
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