“Il mio arrivo a Parigi? E’ stato molto semplice e naturale, mi sento come se fossi un giocatore uguale agli altri. Così vedo me stesso e così voglio essere considerato. Nel PSG ho scoperto un gruppo di ragazzi fantastici ed è stato salutare ritrovarmi in uno spogliatoio come questo”. Gigi Buffon, parlando a France Football, traccia così un primissimo bilancio della propria esperienza in Francia e parla del rapporto con il fenomeno francese: “Con Mbappé scherziamo e spesso ridiamo insieme – aggiunge l’ex portiere degli azzurri – ancora oggi è incredulo di giocare con me. Mi vide giocare la finale mondiale 2006 contro la Francia, quando era ragazzo, io l’ho affrontato nella semifinale Champions 2017. A Torino ho lasciato compagni che erano anche campioni e ne ho trovato dei nuovi qui, a Parigi: anche loro sono campioni.
Il numero uno del PSG ha poi rilasciato interessanti dichiarazioni sulla sua scelta di cambiare vita e intraprendere una nuova avventura: “Non avevo idea di come gli altri calciatori mi avrebbero accolto, ero anche un po’ preoccupato. Dopo quarant’anni in Italia, non è mai facile cambiare la propria vita. A volte finiamo per costruirci una zona di comfort e, per paura o per pigrizia, ci rifiutiamo di andarcene perché la novità è sempre spaventosa. Eppure, io sono l’esatto opposto. Mi piace mettermi in gioco, sono una bestia da competizione, mi piace progredire, mi piace affrontare le difficoltà e capire cosa si deve fare per essere in grado di superarle. Come sto rispetto a quando avevo 35 anni? Sembra impossibile, ma sto meglio. Anche io a volte, quando torno a casa, mi dico che non è possibile. Eppure, dentro di me, mi sento meglio rispetto a cinque o sei anni fa. Forse perché ho cambiato approccio al lavoro, alla mia età è tutta questione di motivazioni. Le gerarchie in porta? E’ impensabile avere un solo titolare per il ruolo e ha senso avere tre portieri. Una stagione è lunga, hai bisogno di tutti e non sai mai cosa può succedere. Champions? Voglio giocarci ancora, provare a fare del mio meglio e vivere ancora grandi emozioni. Non ne faccio però un’ossessione“.
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