Riccardo Zampagna si confessa in una lunga intervista per Il Posticipo. L’ex attaccante di Atalanta, Messina e Ternana ripercorre le tappe della sua carriera:
“Da giovane montavo tende da sole: era un lavoro abbastanza faticoso. Lavoravo al mattino e quando finivo il mio turno andavo a fare gli allenamenti col Pontevecchio, la società di Ponte San Giovanni, una frazione di Perugia. All’epoca ero in Serie D e facevo quattro allenamenti a settimana, il campionato era abbastanza impegnativo ed era diverso da quello di oggi. Alle volte alternavo col mestiere di tabaccaio. Ho allenato in D un po’ di anni fa: ho fatto il girone sardo e posso dire con certezza che quella dei miei tempi era più difficile. Oggi il livello tecnico si è abbassato e c’è stato un calo anche dal punto di vista fisico”.
“A 23 anni ero in C2 e ho fatto tutta la scalata fino alla C1, alla B e alla Serie A. È stata una carriera un po’ strana rispetto a tutte le altre, un po’ diversa, però credo che sia ancora più bella per questo motivo.
Fui molto vicino anche alla Nazionale, quando ero a Messina. Fu organizzata un’amichevole lì, mi aspettavo la convocazione perché ero capocannoniere in campionato, ma non arrivò. Ho questo rammarico: in quel momento qualcosina di buono lo avevo fatto…. Fortunatamente sono sempre rimasto umile, sono nato in una famiglia di operai: i miei genitori mi hanno dato da mangiare e per tutta la vita ringrazierò mio padre che ha lavorato in un’acciaieria”.
“Adoro Bergamo, lì mi hanno fatto sentire a casa. Stavo bene con me stesso e davo il massimo: ho rifiutato squadre come PSG e Fulham per rimanere, se tornassi indietro fare la stessa scelta. Mercoledì andrò a vedere Atalanta-Manchester City. Ero legato alla città, oltre che essere tifoso dell’Atalanta. Se possono vincere lo Scudetto? Sarebbe una cosa fantastica, ma non voglio dire né sì, né no. Non voglio fare l’uccello del malaugurio, me lo auguro come tifoso…”.
“Secondo me tutte e tre possono vincere il tricolore. Hanno tre grandissimi allenatori: forse Ancelotti ha un pizzico di esperienza in più perché ha vinto tanto e di più rispetto a Sarri e a Conte. Sono molto preparati e vogliono vincere e dal punto di vista tattico non spetta a me giudicarli perché sono dei fenomeni. Possono farcela tutte e tre poi peserà anche la fortuna che nel calcio serve sempre”.
“Sono ottimi giocatori, ma se parliamo di percentuali oggi i buoni giocatori sono il 20%, vent’anni fa magari i calciatori di alto livello erano l’80%. Oggi facciamo tanta fatica: la percentuale di quelli bravi è diminuita drasticamente”.
Immagine in evidenza: Calciomercato.com
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