Quando si parla di Ivan Zamorano non si può non associarlo allo strano numero di maglia indossato dal Bam Bam durante la sua permanenza all’Inter. L’attaccante cileno, infatti, indossò la numero 9 per due stagioni (96/97 e 97/98), decidendo poi di cedere il suo numero di maglia al Fenomeno, scegliendo per lui un insolito 1+8.
È lo stesso Bam Bam a chiarire, in una diretta su Instagram con Juan Pablo Sorín, quale fu la motivazione alla base del gesto:
“Per amicizia, per solidarietà. Per me il Fenomeno meritava di avere quel numero sulla maglia. Inoltre, per me è il miglior centravanti del mondo. Non avevo mai avuto un altro numero sulla maglietta, quindi abbiamo dovuto chiedere un permesso speciale per giocare con 1+8. In effetti, nelle prime partite ho giocato con la numero 18, solo nella quinta ho avuto la maglia con il segno ‘+’. Quella maglia è diventata una delle più vendute nella storia del calcio italiano“.
Nel corso della diretta, Zamorano ha parlato anche dell’origine di uno dei soprannomi che gli sono stati affibbiati durante la sua carriera:
“II soprannome ‘helicóptero’? È uscito nel calcio svizzero, in una delle partite in cui ho segnato quattro gol di cui uno di testa. Il giorno dopo i giornali mi chiamarono “elicottero”, perché rimasi tanto in aria per il colpo di testa. Il punto è che un giorno viene chiesto a Zidane ‘chi è il miglior colpitore di testa che conosci?’ e lui dice ‘Zamorano, l’elicottero’. Lì il soprannome diventò enorme”
Per l’attaccante argentino, l’Inter è stata una tappa importante, che gli ha permesso di crescere molto sul piano professionale: “(Dovevo) essere intelligente per sapere come rafforzare le mie debolezze. Le grandi squadre non sono fatte solo di figurine, ma anche di lavoratori. E questo è stato uno dei miei punti di forza“. Proprio riguardo il suo passaggio in nerazzurro, Zamorano, oltre a chiarire qual era inizialmente la sua intenzione (restare al Real Madrid), ha confessato che l’Inter non fu l’unica big a contattarlo:
“Avevo intenzione di restare, ma le conversazioni erano ferme. Poi sono apparse Juventus e Bayern, mi hanno corteggiato, ma poi è arrivato Moratti, che ha sempre cercato di rendere grande l’Inter e mi sono convinto ad andare lì, dove ho trascorso cinque anni meravigliosi“
Foto: inter.it
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