Intervistato da La Stampa a tre giorni dalla gara contro i bianconeri al San Paolo, Carlo Ancelotti parla a cuore aperto delle emozioni e sensazioni di questa partita che, sebbene possa non contare più nulla in vista classifica, vive con grande entusiasmo: “La classifica non mente – ammette -, merito della Juve ma anche demerito nostro. Loro sono sopra la media, noi dentro una media molto elevata. Abbiamo sbagliato poche partite e fatto un buon campionato, ma è un giudizio annacquato dalla straordinarietà della Juventus. Verranno qui per chiudere la pratica scudetto sfruttando le loro caratteristiche: difesa solida, contropiede, agonismo, velocità”.
Sul Napoli il tecnico emiliano riserva solo dolci parole: “Il Napoli può e deve riuscire a competere con la Juve, altrimenti non sarei venuto qui. Prima o poi vinceremo, sono sicuro. Lo stress da panchina? Se lo conoscessi, avrei accettato di allenare la Nazionale, ma io ho bisogno di lavorare tutti i giorni. Questa città non trasmette tensioni, ma molto amore anche quando le cose non vanno bene. A Napoli c’è un clima ovattato, la gente non si prende troppo sul serio. E ci sono meno problemi di quello che sembra da fuori. E io sono uno del Nord… Il gruppo dei giocatori è meno formato rispetto a Real, Bayern o Chelsea per esempio, quindi puoi incidere di più. In questo mi ricorda l’esperienza al Milan. De Laurentiis è simile a Berlusconi, gestisce la società come una grande famiglia. E io mi sento uno di famiglia“.
Dal gruppo ai singoli: “Meret è un grande talento – spiega Ancelotti – a livello tecnico mi ricorda il primo Buffon. Ha avuto tanti problemi fisici e quindi è un po’ apprensivo, ma con il tempo guadagnerà in personalità. Koulibaly appartiene alla categoria di Maldini, Thuram, Thiago Silva e Sergio Ramos. È molto intelligente, di solito chi è così forte e veloce pensa che non serva altro per risolvere i problemi. Io divido i giocatori in ottimisti e pessimisti. Lui è pessimista, sa che non basta solo quello. Per cui è molto attento e ha una forte personalità“.
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