Il difensore del Liverpool torna a parlare a Four Four Two della tremenda appendicite che lo colpì sette anni fa, svelando ulteriori dettagli:
“Nel 2012 ho sofferto di appendicite ed infezione renale. Pensavamo non fosse nulla, fino a quando l’appendicite non si è trasformata in peritonite. Ho rischiato di morire, in quei momenti ho pensato al peggio, così cominciai a scrivere il testamento.
Nella stragrande maggioranza dei casi come quello, il paziente muore. In ospedale potevo vedere i tubi collegati al mio corpo, non potevo fare niente. Nel casso fossi morto avrei destinato una parte di soldi a mia mamma. Nessuno voleva parlare della mia fine, ma dovevo farlo”.
“All’inizio pensavamo che avesse l’influenza, quindi è rimasto a casa per alcuni giorni ma si notava come stesse davvero molto male. Andammo in ospedale, ma non trovarono nulla e tornammo a casa.
Il dolore però continuava a peggiorare e arrivò sua madre per vederlo. Lei si rese conto di quanto fosse grave la situazione e lo portò subito in un altro ospedale, che riuscì a diagnosticare la sua malattia. Sono rimasto scioccato. Quando tornò al club, si era trasformato da un uomo solido e robusto in una persona sciupata. Fortunatamente è riuscito a riprendersi abbastanza rapidamente. Virgil è un ragazzo molto forte”.
Immagine in evidenza: Mediagol
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