Vacca: “De Zerbi? Tra qualche anno Barcellona o Liverpool”
La Chiesa, Dio, la fede, il ritratto delle persone a lui care, di quelle che non ci sono più. Non bastano i suoi quaranta tatuaggi a far parlare di lui, perché Antonio Vacca va conosciuto. Antonio Vacca Junior, “perché è lo stesso nome di papà e di nonno, venuto a mancare pochi mesi prima della mia nascita”. L’ex rossonero si racconta a Gianluca Di Marzio, racconta soprattutto che – fosse stato per lui – probabilmente oggi non sarebbe un “ex rossonero”.
“Io sono nato e cresciuto a Secondigliano.Non è stata un’infanzia bella, non è stata un’infanzia facile. Vengo da un quartiere particolare, nel quale quando torno ci sto bene sì, casa è sempre casa, ma non è stato facile, ripeto. Pregavo e ce la mettevo tutta ripetendo dentro di me, ‘Antò la tua famiglia la devi portare via da questo ambiente’…” – Di Marzio lo descrive come un tipo affabile e sorridente ma serio e incupito quando parla del suo passato.

Vacca: “Foggia? E’ parte integrante della mia vita”
“Foggia è parte integrante della mia vita, lo sarà per sempre. Fosse stato per me non me ne sarei mai andato, era casa mia, avevo tutto quello di cui ha bisogno un uomo per essere felice: sentirsi a casa, sentirsi amato. Pensa, uno dei capi ultrà della Curva Sud si è tatuato il mio nome. Eravamo un gruppo fantastico, eccezionale, ci sentiamo ancora oggi h24 sul gruppo WhatsApp che abbiamo. Vi dico mi sento di più con i miei compagni del Foggia che con i miei genitori” – racconta Vacca ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.

“De Zerbi è in grado di tirar fuori quello che hai dentro”
“E poi avevamo un allenatore, Roberto De Zerbi, che si vedeva avesse un altro passo, è un fenomeno. Ai miei compagni dicevo, ‘vedete che il mister tra tre anni allena in Serie A’, oggi te lo dico a te, De Zerbi fra due anni allena un club come Barcellona o Liverpool. E’ un passo avanti a tutti, un mostro, ti tira fuori tutto quello che hai dentro, unico davvero. Io da Foggia non me ne sarei mai andato, te lo giuro. Mi era stata data anche la fascia di capitano, fino a gennaio avevo giocato tutte le partite ma ero ancora in scadenza di contratto. Voi avete mai visto un capitano a scadenza di contratto? Ma, a parte questo, con Di Bari e Colucci sarebbe bastata mezza stretta di mano. Poi loro sono stati mandati via ed è arrivato Nember come direttore sportivo, a parole sembrava volesse rinnovarmi il contratto ma di fatti non se ne vedevano. Era un momento strano, Daniele Faggiano, ds del Parma, mi chiamava ogni giorno per andare lì, i risultati non arrivavano e il mio contratto era sempre a scadenza malgrado le parole. Così ho deciso di accettare la proposta di Faggiano, al quale devo veramente molto“ – conclude Vacca.
Fonte: GianlucaDiMarzio.com