“Era veramente finita… negli spogliatoi prima della partita ho rivissuto nella mia mente tutta la mia carriera. I momenti più belli, gli infortuni, le vittorie e anche le sconfitte. I miei esordi, le fantastiche stagioni alla Fiorentina. L’incontro con Agnelli il primo giorno di ritiro che mi disse: “Ora sei arrivato in alto caro Roberto… la squadra è nelle tue mani, occhio a non scendere giù dal piedistallo che qui è un attimo”. Il mio passaggio al Milan, dove ho incontrato persone fantastiche come Maldini, Costacurta e tanti altri. Quello spogliatoio era incredibile. Ho raccontato ai miei compagni, quel giorno che poggiai i miei Jeans prima di un allenamento sopra il tavolo dove erano le bevande. Arrivò Billy e mi redarguì dicendomi: “Roberto, prima di te qui ci son passati Gullit e Van Basten. Loro sistemavano tutto nel loro posto. Quindi cerca di adeguarti”. Ci conoscevamo da tanto avendo giocato insieme in Nazionale, ma Billy quando era nel suo Club diventava un militare ed era giusto così. Le stagioni a Bologna, dove sono rinato fisicamente e mentalmente, ed infine a Brescia, dove c’erano Mazzone e Corioni. Li mi trattavano da Re, ed ero la chioccia del gruppo. Tutti mi chiedevano consigli, e Mister Mazzone mi voleva un gran bene. Dopo poche partite partite in cui facevo parte del gruppo, riunì tutta la squadra è disse: Aooo!!! Forse non avete capito chi gioca con voi. Lo vedete quell’uomo? Quando siete in difficoltà, date la palla a Roberto, e pensate a correre. Al resto pensa lui”. Tutto il gruppo scoppiò in una risata fragorosa. Ho ricordato anche quella volta in cui Sacchi dopo l’avvio disastroso in Nazionale mi disse: “È arrivato il tuo momento Roberto. Mostra al mondo intero il tuo talento. L’Italia ha bisogno di te”. Mi sentii l’uomo più importante del mondo in quel momento, perché la maglia della Nazionale per me è sempre stata una seconda pelle. Poi è arrivato il momento della partita… Scesi in campo e guardai quella palla che mi aveva accompagnato per tutta la vita. Era bellissima… mi guardava negli occhi, ed era come se mi salutasse. L’ho trattata con i guanti per 29 anni. Ora era arrivato il momento di dirgli addio, e di accarezzarla per l’ultima volta”.
Roberto Baggio
Foto: Ernesto Chiusano/Pinterest
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