Ucciso Fabrizio “Diabolik” Piscitelli, storico capo ultras della Lazio

È morto uno degli storici capi ultras della Lazio.

Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, è stato ucciso nel Parco degli Acquedotti a Roma. Secondo le prime ricostruzioni degli organi di polizia, il Piscitelli sarebbe stato freddato da un colpo ravvicinato diretto alla testa sparato da qualcuno che stava alle sue spalle.

Hanno lavorato in loco la Squadra Mobile, la Polizia scientifica e le volanti della Polizia. Aperte le indagini a carico di ignoti, a cui collaboreranno anche i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, coordinati da un PM esterno.

Diabolik era volto noto alle forze dell’ordine:

  • Nel 2013 veniva arrestato con l’accusa di essere a capo di un gruppo criminale trattante droga in Italia e in Spagna. Nello stesso anno gli veniva sequestrato un arsenale che avrebbe potuto usare per scontri negli stadi.
  • Era il 2015 quando, nell’ambito dell’inchiesta che coinvolgeva anche la leggenda dei biancocelesti Giorgio Chinaglia, veniva condannato per il tentativo di scalata alla Lazio.
  • Nel 2016 gli venivano sequestrati beni per due milioni di euro, compresa una villa (poi soggetta a revoca dalla Cassazione).

Piscitelli si era fatto notare anche nell’ambito “prettamente sportivo”:

  • Solamente nel 2000 esponeva uno striscione di sostegno al criminale di guerra serbo Zeljko Raznatovic (morto in quello stesso anno) in Curva Nord con scritto “Onore alla tigre Arkan”.
  • Nel 2017 il suo gruppo, gli Irriducibili, si era reso protagonista per l’affissione di adesivi antisemiti ritraenti Anna Frank con la maglia della Roma e la scritta “Romanista Ebreo”.
  • Nel 2018 il direttivo Diabolik-Pluto (i due capi ultras della Nord) pubblicava un comunicato in cui si vietava a donne e bambini di andare in Curva.