Immagine in evidenza: a sinistra Sergio Cangelli (crediti Comune di Foggia), a destra Roberto Felleca (crediti Calcio Foggia 1920)
Intervistato telefonicamente, l’avvocato Sergio Cangelli ha spiegato alla nostra redazione in che modo opererà tra i due soci maggioritari del Foggia.
“Ho parlato ieri con Roberto Felleca e dovrei sentire in serata Maria Assunta Pintus“.
“Non avendo sentito Maria Assunta Pintus non lo so se sono d’accordo. Ovviamente la posizione del Comune non è quella di stabilire chi abbia torto, chi abbia ragione, chi sia meglio o chi sia peggio. È che noi, dopo un’estate burrascosa, avevamo tenuto un profilo basso proprio per non turbare l’ambiente e in effetti i risultati della squadra sono stati soddisfacenti, quindi l’ambiente sembrava tranquillo. Poi nelle ultime settimane si è scatenata questa querelle e quindi anche sulla spinta di tanti cittadini, di tifosi che erano preoccupati ci abbiamo voluto vedere un po’ più chiaro, soprattutto per capire nell’uno o nell’altro caso se comunque si vede un futuro tranquillo per la squadra.
Poi ci saranno problemi giuridici, legali sull’esercizio del diritto di prelazione, sull’esercizio del diritto di gradimento: quelle sono questioni che, se non vengono risolte, le risolverà un giudice. Quello che a noi interessava era capire quale è il futuro immaginato da Felleca, qual è il futuro immaginato dalla Pintus, quindi è su quello che poi noi dobbiamo rispondere anche alla città: purtroppo non siamo né arbitri, né giudici della vicenda, quindi quello saranno altri a deciderlo, insomma”.
“Non credo, non credo proprio. Il titolo viene dato dalla Federazione al Comune nel momento in cui dovessero esserci delle vicende che colpiscono la società, immagino il fallimento. Ma ad iniziativa del Comune no”.
“Siccome ci sono stati degli acquirenti, quando ci sono stati dei possibili acquirenti che hanno contattato noi, noi li abbiamo messi in contatto con la società; mi riferisco, ad esempio, alla vicenda Canonico. Ma poi la volontà di cedere deve essere manifestata da loro: sono loro i titolari delle quote, questo è un qualcosa da cui non si può prescindere.
Ci vuole un atto di volontà loro di restare o di andare via che noi non possiamo in alcun modo influenzare. Noi possiamo fare un’operazione verità con la città, è quello che stiamo umilmente cercando di fare per tranquillizzare e dirgli: “se si opta per una strada questo è il futuro, se si opta per un’altra il futuro è quest’altro”, senza prendere posizione. Ognuno dirà la sua, perché può immaginare che in una vicenda come questa ognuno ha la soluzione in tasca, siccome ce l’hanno già tutti in tasca è inutile che io dica la mia”.
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