Il calcio è spesso un terreno fertile per storie incredibili, soprattutto quando incontra personaggi in grado di restare nel cuore delle persone, anche a distanza di anni. Ed uno di questi personaggi, qui a Foggia, è Igor Šalimov, celebrato proprio di recente dalla pagina Facebook “Storie Fuorigioco”, tra centinaia di reazioni di tifosi rossoneri e amanti del calcio, grandi e piccini, incantati dalle geste di questo giovanotto con i ricci.
Il centrocampista, originario di Mosca, ha iniziato a destare l’attenzione dei talent scout già durante la sua adolescenza, mostrando un talento innato nel maneggiare il pallone. Dopo aver mosso i primi passi nello Spartak Mosca sarà proprio Foggia la piazza che lo consacrerà, aprendogli la porta del calcio italiano, con parentesi in Germania e Svizzera.
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Quando a Foggia si cantava: “L’ha mandato Gorbaciov, Igor Igor Šalimov”
Il suo ingresso nella squadra del Foggia è stato un trampolino di lancio per una carriera che avrebbe presto attraversato i confini nazionali. La sua abilità nel dribbling, la precisione nei passaggi e la letale capacità di segnare hanno reso Šalimov il punto di riferimento della squadra dell’allora presidente Casillo dove, nella stagione 1991-1992 (la sola in cui vi giocò) realizzò 9 reti in 33 presenze.
Fu l’inizio di una brillante carriera che lo vide indossare le maglie di Inter, Duisburg, Lugano, Udinese, Bologna e Napoli. “Storie Fuorigioco” però lo ha celebrato nelle vesti della piazza più importante per lui, il Foggia, dove i supporters – allo Zaccheria e in trasferta – lo accoglievano intonando sugli spalti “l’ha mandato Gorbaciov, Igor Igor Šalimov“.
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