Salernitana, Calaiò dice basta: “Non c’è sempre il lieto fine”

Emanuele Calaiò saluta il calcio giocato.

Dopo 197 gol in 604 partite in carriera, l’attaccante palermitano ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo e di salutare la Salernitana:

“Finisce un ciclo ma inizia un nuovo percorso; c’è dispiacere ma sono felice di quanto fatto nella mia carriera. In ogni città in cui ho giocato ho lasciato buoni ricordi. Ringrazio tutti, presidenti, allenatori e compagni di squadra in cui ho giocato. Naturalmente grazie a Lotito e Mezzaroma che mi hanno concesso, insieme al D.S. Fabiani, questa nuova opportunità. E grazie anche a Ventura che mi ha permesso di far parte di questo gruppo”.

Per Calaiò comincia però la nuova avventura di Dirigente del Settore Giovanile dei granata:

“Sono emozionato. Avrò dei compiti tecnici perché sarò sui campi per individuare talenti”.

Tanti i ringraziamenti, specialmente alla famiglia:

“Non dimentico i sacrifici di mia moglie e dei miei figli che mi hanno seguito ovunque, quelli dei miei genitori che mi hanno sostenuto. Sono contento di questa scelta anche se mio padre Giovanni e mio figlio Jacopo sono dispiaciuti perché avrebbero voluto vedermi ancora in campo. Avrei potuto continuare per qualche mese, ma non sempre c’è il lieto fine nelle storie. Ora spero di poter dare nel mio nuovo incarico quello ho dato da calciatore”.

Alla fine di una carriera inevitabilmente si è pervasi da molti ricordi, positivi o negativi che siano:

“Sono felice perché ovunque ho lasciato un buon ricordo; mi porto dietro ogni cosa. I più belli? I campionati vinti, gol che mi hanno emozionato: ricordo quello in rovesciata al Catania con il Varese, il pallonetto da centrocampo con il Siena con il Lecce, quelli di Napoli ed altri ancora che vedo e mi emoziono. Il peggiore? La squalifica dello scorso anno. E’ stato il periodo più buio della mia carriera. Ho sofferto tanto. Il Napoli? Ci vivo ed ho trascorso momenti bellissimi, così come altrove”.

Immagine in evidenza: Corriere dello Sport