Cristiano Ronaldo è tornato a vestire la maglia del Portogallo dopo 265 giorni dall’ultima volta (la sconfitta con l’Uruguay al Mondiale); nell’ultima uscita con l’Ucraina non ha deluso le aspettative ma è stato frenato dalle parate di Pyatov e i portoghesi non sono riusciti quindi a conquistare i tre punti al debutto per le qualificazioni europee. Il pubblico ha applaudito la prestazione di CR7 e nel post-partita Fernando Santos, il c.t della nazionale portoghese, non ha nascosto un certo fastidio quando gli hanno chiesto dello juventino: “Non mi sono concentrato sulla prestazione di Ronaldo, non era questo il nostro obiettivo – sottolinea il selezionatore portoghese – Ci interessava vincere, non come giocasse Ronaldo: non ha senso discutere della sua prova. Ciò che conta è il Portogallo e il Portogallo non ha vinto. I calciatori non sono soddisfatti, Cristiano compreso“.
Domani il Portogallo è chiamato alla vittoria contro la Serbia; un compito arduo per i campioni d’Europa in carica ed è più che lecito pensare l’utilizzo del numero 7. Un ritorno, quello al Portogallo, che obbliga Massimiliano Allegri a rivedere i piani di lavoro fino al termine della stagione. Finora Ronaldo era stato tutto della Juventus, dopo la personale rinuncia alle chiamate per gli impegni in Nations League. Salendo di livello (con le qualificazioni europee) per quanto riguarda gli impegni, è logicamente cambiata anche la posizione del capitano portoghese, tornato a tempo pieno un elemento a disposizione di Santos.
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