In un’intervista rilasciata al quotidiano armeno “Vivaro“, il trequartista della Roma Henrikh Mkhitaryan parla senza peli sulla lingua:
“Siamo una squadra con grandi potenzialità. Cos’è la Lazio? La seconda squadra della Capitale”.
“A Londra mi avevano fatto delle promesse all’inizio della stagione, ma dopo due settimane già non erano state mantenute. Così quando Mino Raiola, il mio agente, mi ha chiamato per propormi la soluzione Roma non ci ho pensato due volte. E non ho rimpianti. Fin dal primo giorno ho sentito l’apprezzamento dei tifosi e del club. Mi piace tanto la gente di Roma!
Quando ero piccolo guardavo il calcio italiano. L’Italia è sempre l’Italia ed è tempo che questo campionato faccia passi avanti. Attualmente molti giocatori forti e famosi si stanno trasferendo in Serie A perché hanno capito che il calcio si sta sviluppando. Non che sia un campionato di basso livello, anzi: alla mia prima partita contro il Sassuolo ero davvero sorpreso dell’intensità che mettevano in campo le due squadre, tutti i giocatori erano forti sia fisicamente sia tecnicamente”.
Domande di (fanta)mercato e curiosità varie
“Se avessi l’opportunità di portare un tuo ex compagno di squadra a Roma, chi sceglierei? Zlatan Ibrahimovic! Real Madrid o Barcellona? Nessuna delle due, dico Roma! Messi o Ronaldo? Messi. FIFA o PES? Non gioco alla Playstation.
L’italiano? In tre mesi ho imparato molto e posso esprimermi per comunicare con i miei compagni e i tifosi, ma voglio parlarlo ancora meglio. Può essere utile anche per i social, che adesso gestisce mia sorella, mi aiuta a essere più attivo”.
“Ho visto giocare la sua squadra in Champions League e mi aveva impressionato molto. Il suo Shakhtar giocava in scioltezza contro grandi club come Manchester City e Roma. Venendo qui ho avuto modo di capire meglio il suo calcio e sono sicuro: con lui arriveranno grandi risultati. Dobbiamo entrare tra le prime quattro e fare sicuramente il massimo in Europa League. È molto importante per la squadra giocare la Champions League il prossimo anno”.
“Dico Aubameyang. È stato facile comunicare con lui, dai primi giorni con il Borussia e poi all’Arsenal, abbiamo segnato tanti gol insieme. Ci sentivamo in campo, uno sapeva sempre perfettamente in quale posizione si trovasse l’altro, chi avrebbe fatto il passaggio e così via. C’era chimica tra di noi, è difficile da spiegare”.
Immagine in evidenza: Goal
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