Nella tarda mattinata odierna, il tecnico del Potenza Marco Marchionni ha presentato la sfida di campionato con il Foggia, in programma alle 18:30 di domani, sabato 13 aprile: tutte le sue dichiarazioni.
“Sapete quanto sono legato al Foggia, ma adesso è una partita particolare: le emozioni ci saranno, ma riesco a metterle da parte. Non è una finale, ma molto di più: è una partita da portare a casa a tutti costi e col massimo risultato. Non deve esserci bel gioco e nulla, se non la consapevolezza che con voglia, determinazione e passione si deve portare a casa il massimo risultato e basta, proprio in modo cinico“.
“Formazione? Posso dire che ho parlato molto coi ragazzi, facendo capire loro che ora non conta l’idea di Marchionni per la partita, ma la loro interpretazione, il pensare in modo pulito e sicuro, perché ora come ora gli schemi e tutto quello che può servire va in secondo piano. Adesso conta di più quello che hai dentro. Non do la formazione ma non per non dare vantaggi agli avversari, ma perché voglio tenere i ragazzi tutti sulle spine e che siano consapevoli di poter giocare tutti. In testa ho già la mia formazione; Volpe ha avuto qualche linea di febbre ed è un peccato, speriamo di recuperarlo, a volte con la febbre si può fare la miglior partita in assoluto ma non è sempre così, perché l’ho constatato anche sulla mia pelle. Dipende dal caldo, da come andrà la partita… Poi è una questione di testa. Ho cercato questa settimana di liberare il più possibile i ragazzi, sapendo anche quanto hanno detto nelle trasmissioni: sono consapevoli che è stato un peccato buttare un anno così, però adesso abbiamo l’obbligo ed il potenziale per poter chiudere in anticipo la stagione. Questo lo diciamo da più partite, abbiamo sempre la fortuna di avere il destino nelle nostre mani: quando si è sotto a volte bisogna vedere il nostro risultato e quello degli altri, noi domani possiamo chiudere al 99% con la nostra vittoria. Ho detto ai ragazzi di concentrarci solo su questo, creando mattoncini giorno dopo giorno per arrivare a mettere il finale sabato, che poi è dato dai tre punti“.
“Se c’è un aspetto tecnico-tattico che non sopporto più? Non è che non sopporti, più che altro mi arrabbio perché credo che questi giocatori possano fare determinate cose che chiedo, altrimenti non mi arrabbierei. Ai ragazzi ho detto di essere contenti se mi arrabbio a volte e che vada duro su dati giocatori, perché vuol dire che ci tengo e credo alle loro qualità, vedendole. Ognuno scende in campo con la sua testa ed il suo pensiero, non riesco a capire perché non si riescano a mettere in pratica determinate cose: dopo la partita faccio vedere loro che avrebbero potuto esserci. Non sono un mago e forse neanche bravo, ma mi piace guardare le partite capendo dove si può far male all’avversario: dove sono stato nei mesi siamo riusciti a fare quanto preparato, non perché sia bravo Marco, perché Marco può dare un concetto, ma perché sono bravi loro a metterlo in pratica – si sa poi che uno stop poi può cambiare un milione di varianti. Quando sono stati bravi a farlo, ho dimostrato che cambiando la variante il risultato avrebbe potuto essere quello di mettere in difficoltà gli avversari, questo è un po’ un rammarico però me la prendo con me stesso, perché forse non sono stato così bravo a metterli nelle condizioni tali di farlo; prima di tutto devo vedere me stesso. Mi scoccia aver fatto sei sconfitte nella mia gestione, odio perdere e c’erano le possibilità di poter fare un risultato importante. Fuori casa a volte sembriamo di essere rassegnati: l’apparenza è di pensare già alla prossima da giocare in casa, non possiamo permettercelo. Chi lotta oggi per i playoff è perché è riuscito a fare quel risultato in più fuori casa che ha permesso di stare più tranquilli; noi avremmo potuto farlo in alcune partite tipo Cerignola, Sorrento… Poi Monterosi, Monopoli e Turris le metto sullo stesso piano: andando a vedere le singole partite di queste tre, non abbiamo dimostrato. Già col Sorrento avremmo potuto vincere, non parlo di quella di domenica perché mi fa arrabbiare ancora di più, c’erano spazi che voi neanche potete immaginare… È come se ci fossimo chiusi da soli. Sono partite che analizzo e mi fa rabbia il non aver provato a sfruttare gli spazi, per questo mi incavolo con me stesso perché prima di tutto mi valuto io. Se alla 35^ giornata dovessi pensare alla lavagna e agli schemi, la squadra sarebbe già morta secondo me: a prescindere dagli allenatori, un po’ uno e un po’ l’altro gli schemi dovrebbero averli in testa. In ogni gara c’è l’aggiustamento, che può durare dieci minuti, non un’ora di tecnica, tattica o situazioni. Quello che dura è un’ora di passione e voglia: domani devono capire che non c’è partita, da lì si vince – soprattutto per una squadra come la nostra in casa“.
“Anche per far fare autogol al Foggia, devi dare modo che loro pensino sia molto difficile giocarsi la partita. A quel punto anche le loro qualità possono venire meno. Il Foggia è una squadra forte, con una storia e con il pubblico che ci tiene: se tu dai loro di riprendersi, ti faranno male, ma se loro vengono a Potenza con l’idea che il Potenza vuole vincere poi magari le qualità loro verranno meno ed usciranno le nostre. Siamo una squadra se ci riescono le prime giocate, ci perdiamo un po’ mentalmente se non ci riescono, così escono questioni mentali che mandano in difficoltà“.
“Se il nostro centrocampo dovrà aggredire, non farli ragionare ed avere sempre il pallone? Questa è la mia idea di calcio, quando ho io la palla non la hanno gli avversari. Siamo fortunati che manchino loro due giocatori importanti in mezzo al campo (Odjer e Tascone, ndr.) ed uno dei giocatori più forti della Serie C, che è Millico. Sono tutti tasselli che ti portano a pensare che domani sarà ancora più difficile perché magari giocheranno ragazzi che non hanno giocato tanto e che vorranno mettersi in mostra: noi non possiamo permettere loro di avere quella capacità di sostituire al meglio chi finora ha giocato, dipende da noi. A prescindere da chi giocherà i ragazzi devono far capire che non c’è partita, ma dipende da noi. Ogni giocatore in C fa la differenza, ma se tu lo metti in difficoltà può farla di meno; domani abbiamo l’obbligo, la possibilità ed il dovere di vincere la partita. C’è poco da girarci intorno“.
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Potenza, Marchionni: “Bisognerà partire forte. Abbiamo passato una settimana intensa, ma spensierata”
“Quale deve essere l’approccio tattico alla partita, anche in ottica dispendio di energie? Credo che domani sin dall’inizio si debba partire in avanti. Se una squadra vuole far capire e non dar modo a loro di prendere coraggio, devi partire forte. Devi andare forte ma con l’equilibrio di una squadra, avendo l’idea che tutto quello che abbiamo analizzato, visto, provato deve essere fatto al mille per mille, cioè forte. Domani sarà una giornata calda e sappiamo di affrontare giocatori bravi, che possono andare in difficoltà se metti pressione: non dobbiamo far partire forte loro, ma dobbiamo partire forte noi. La gestione della partita andrà in base a quanto si vedrà nei primi 10-15 minuti, perché se li metti sotto pressione ci sarà un dispendio energetico nostro e loro, quindi sarà più facile tenerli lì. Se pensiamo di alternare o partire in modo blando sarà tosta, perché loro sono salvi e puntano ai playoff, con la mente sgombra viene tutto più facile; se sei sotto pressione, anche le cose più facili diventano difficili“.
“Cosa penso della scelta di blindare la squadra in settimana? Aver fatto così la settimana magari ha lasciato ai ragazzi una situazione molto tranquilla, quindi concentrarsi su tutto quanto da fare a livello di campo e squadra. A volte queste situazioni servono per non farsi distrarre anche da incontri che magari possono succedere, magari una parola viene travisata o qualsiasi cosa. Ci sono momenti della stagione, momenti chiave che a volte quando una squadra è tutta insieme si crea quell’entusiasmo e quella magia che può servire in quella partita. Ho visto una squadra rispondere bene, non che ha recepito questa situazione negativamente: abbiamo vissuto una settimana intensa conoscendo l’importanza, ma spensierata con il clima giusto perché tutti sanno dell’importanza che può esserci. A volte può servire isolarsi, ma non per dare un segnale negativo all’esterno bensì che tra di noi possiamo essere anche tranquilli, schietti e fare quel qualcosa in più che magari non si riesce a fare per paura di essere visti con un altro occhio. Questa settimana ho visto una squadra ben consapevole di quello che sta accadendo. Deve parlare il campo, le parole se le porta via il vento altrimenti: la palla è a noi ed il destino è nelle nostre mani, che possiamo scriverci“.
“Gagliano? Conosciamo le sue qualità ma possono servire anche a noi per contrastarlo nel migliore dei modi. I ragazzi conoscono abbastanza di lui, sappiamo che è un giocatore che può risolvere le partite ma come agli altri non dobbiamo fargli sfruttare le sue caratteristiche“.
“L’apporto dei tifosi non è mai mancato. Mi auguro solo di dare loro la gioia che meritano, perché quest’anno non ho mai visto una squadra così tanto altanenante ed un pubblico che lascia lavorare così i ragazzi, com’è stato quest’anno. Vogliamo ringraziare loro dando il meglio di noi, come abbiamo fatto nelle ultime prestazioni in casa, regalandogli quella salvezza che all’inizio davano per scontata, mentre purtroppo ora non lo è nulla. Dobbiamo loro questo e tanto: una squadra con tutte queste sconfitte ha avuto tifosi che ci hanno sempre lasciato lavorare, dobbiamo soltanto vincere la partita e ringraziarli. Domani deve finire nel migliore dei modi tutto quello che speriamo“.
“Per me può segnare anche Alastra, ma bisogna segnare per vincere la partita. Spero che Asencio come Caturano ci diano e diano quell’acuto che tutti i tifosi, anche potentini, hanno sperato dall’inizio. Farlo domani sarebbe una cosa importante, anche i ragazzi hanno bisogno di dare una risposta importante. Se dovessero segnare Asencio e Caturano per vincere la partita sarò ancora più contento, perché sono due giocatori su cui il Potenza puntava tanto e per una situazione o per un’altra, per mancanza anche nostra lato allenatori, non siamo stati in grado di aiutarli per sfruttare al meglio le loro caratteristiche – io in primis, perché è giusto sia così“.
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Immagine in evidenza: l’ex tecnico del Foggia, Marco Marchionni – crediti: foto di Luigia Spinelli (RIPRODUZIONE VIETATA)