Immagine in evidenza: (da sinistra) Giovanni Spezzaferri, Matteo Marani, Gianfranco Zola - crediti foto: pagina ufficiale Facebook Calcio Foggia 1920
“Il Lecco è partito da underdog, la finale era inattesa, anche il Foggia ha saputo ribaltare situazioni complicate, è stato un playoff molto molto bello, combattuto, pieno di colpi di scena, è stata un’edizione particolarmente fortunata e a me piace moltissimo questa formula: in un mese si organizza un piccolo-grande torneo. Del Lecco ho apprezzato molto Foschi e la sua capacità comunicativa: ha saputo spegnere le polemiche e creare una favola” – sono le parole di Matteo Marani, il presidente della Lega Pro, intervenuto a Radio Uno nel corso del programma “Radio Anch’io Lo Sport”.
“C’è una grande forza in questo campionato: le difficoltà ci sono ovunque, ma qui c’è una base popolare e una vicinanza alle persone unica. In questi mesi ho visto l’Italia, il Paese, la passione dei tifosi perché questo è un campionato che raccoglie 60 squadre, quindi 60 città e oltre 4 milioni di tifosi. Anche nella festa di ieri a Lecco, ho visto tante persone, famiglie, bambini e questo vale a ogni latitudine d’Italia. Noi veramente teniamo insieme l’Italia, da Trento a Messina, da Trieste a Catania, abbiamo tutte le città importanti grandi ma anche un po’ più piccole: è la bellezza della Serie C” – aggiunge.
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“Elenco definitivo delle squadre? Lo sapremo domani. Il 20 giugno è il giorno di scadenza delle iscrizioni, avremo un quadro completo. Aspettiamo a parlarne, anche solo per un fatto scaramantico. È chiaro che la sfida della sostenibilità è importante, è difficile” – dice ancora Marani.
“Credo che in questo ci sia una responsabilità generale di sistema e penso che la Serie C debba essere aiutata da chi ha più mezzi e più forza, perché alla fine va a sostenere la base della piramide perché dalla C devono partire i giovani. Nel nostro Paese spesso non si è ragionato di sistema, ma si è pensato che ogni campionato fosse a sé. Invece facciamo tutti parte di una filiera: se sta bene la C, stanno bene la B e la A e viceversa e a scendere la Serie D. Siamo tutti insieme, secondo me viverla e pensarsi in maniera individuale non va bene” – conclude.
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