Piove sul bagnato a Foggia: rottura totale con i tifosi | SQUADRA IN FUGA

Illustrazione dei tifosi del Foggia (LaPresse FOTO) - lagoleada.it

Illustrazione dei tifosi del Foggia (LaPresse FOTO) - lagoleada.it

Purtroppo, la situazione è particolare e la rottura sembra essere all’orizzonte. Ma cosa sta succedendo esattamente?

Quando tra una società e la sua tifoseria qualcosa si incrina, lo si percepisce subito: il clima si appesantisce, gli applausi si fanno rari e i fischi più frequenti. La passione resta, ma si colora di delusione.

I motivi possono essere tanti: cessioni mal digerite, silenzi dirigenziali, scelte tecniche impopolari o semplicemente la mancanza di risultati. E quando la comunicazione si interrompe, il malcontento cresce in fretta.

In questi casi, lo stadio non è più solo casa, ma diventa anche megafono del dissenso. Striscioni, cori, contestazioni: segnali chiari che chiedono risposte, non solo promesse.

Ricucire il rapporto non è facile, ma nemmeno impossibile. Servono gesti concreti, parole vere e, spesso, anche un po’ di umiltà. Perché in fondo, se il tifo è cuore, la società deve essere testa. E solo insieme si può tornare a battere allo stesso ritmo.

Questione di sensazioni

A volte non serve andare lontano per sentirsi distanti. È un po’ quello che sta succedendo tra il Foggia e i suoi tifosi in queste settimane estive. La squadra c’è, il nome resta quello, i colori pure… ma manca qualcosa. O meglio: si avverte un certo vuoto, una freddezza che prima non c’era. Non si tratta solo di risultati o di mercato, ma di quel legame invisibile che di solito unisce città e maglia.

Eppure, basta parlare con chi vive il Foggia tutti i giorni per capire che qualcosa si è rotto, o forse solo incrinato. Le persone continuano ad amare la squadra, questo è evidente. Ma l’entusiasmo, quello spontaneo, genuino, sembra essersi fatto da parte. E quando l’aria attorno allo Zaccheria si fa silenziosa, vuol dire che anche il cuore batte più piano del solito.

Illustrazione della Curva Sud di Foggia (LaPresse FOTO) - lagoleada.it
Illustrazione della Curva Sud di Foggia (LaPresse FOTO) – lagoleada.it

Una situazione particolare

Il distacco, oggi, si misura anche in chilometri. Come riportato da L’Attacco, a scelta di portare il ritiro estivo a Trinitapoli, seppur logisticamente comprensibile, ha avuto un impatto forte sul rapporto con la tifoseria. Non si parla solo di una distanza fisica: è una questione simbolica. Allenarsi lontano dallo Zaccheria ha trasmesso a molti l’idea di un’autentica fuga, come se la squadra avesse deciso di isolarsi proprio nel momento in cui serviva più vicinanza.

A questo si aggiunge la lentezza con cui sta procedendo la campagna abbonamenti, segno che qualcosa si è inceppato anche sul piano emotivo. Il pubblico foggiano è noto per la sua passione, per quel modo viscerale di vivere il calcio. E se ora si nota un certo gelo, un certo “non detto”, forse è perché da parte della proprietà manca quel gesto chiaro, quell’apertura che servirebbe per rimettere tutto al proprio posto.