Immagine in evidenza: Pio e Amedeo - crediti foto: profilo ufficiale Instagram dei due
Intervistati dai colleghi di Eleven Sports, Pio e Amedeo hanno parlato del loro amato Foggia. I due comici erano presenti sugli spalti del Pino Zaccheria nell’andata della finale playoff con il Lecco, sfida preceduta da una strepitosa coreografia:
“La coreografia è da Serie A, coreografie del genere non si vedono in Serie C, forse qualcuna in B… È una coreografia da piazza che merita altri scenari“.
Ma come sono arrivati i due allo stadio? – “Eravamo sul set, abbiamo preso un treno, siamo arrivati a Foggia, abbiamo visto la partita e siamo tornati in macchina rischiando la morte per la stanchezza, però alla fine per il Foggia questo ed altro“.
L’arrivo di Delio Rossi ha dato fiducia all’intero gruppo – “Da quando è arrivato Delio al Foggia sono cambiate un bel po’ di cose: ha dato fiducia ai ragazzi, questo lo si è visto in campo, non hanno mai mollato. La cosa bella è che non è una squadra che si fonda sul singolo: è proprio un bel gruppo che ci crede fino alla fine, forse ci crede quando anche alcuni tifosi non ci credono più, perché io (parlava Pio ndr.) ho sentito di gente tipo a Pescara che stava andando via“.
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Quante follie fatte per il Foggia – “Le follie le facciamo spesso. Noi mettiamo una clausola quando prendiamo qualsiasi impegno: se c’è una partita del Foggia ed è irrinunciabile, noi dobbiamo andarci, costi quel che costi. Abbiamo fatto anticipare il set di due ore, quindi abbiamo costretto 82 persone a svegliarsi alle quattro e mezzo del mattino, perché l’orario di set era dalle 8 alle 18, abbiamo fatto anticipare dalle 6 alle 16 per partire da Roma“.
“Altra follia la facemmo quando andammo dal Dio Shiva, facendo il pellegrinaggio e il Foggia andò in B… Insomma, ne abbiamo fatte un po’ di follie nel nostro piccolo“.
“Questo dal punto di vista lavorativo, però nella vita ne abbiamo fatte tante: trasferte, in giro… Poi per noi anche quando giochiamo in casa è una trasferta, perché non ci siamo mai a Foggia! Quindi è come se fosse una trasferta anche in casa“.
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