Ultime dal mondo

Quel “ragazzo” di Paolino compie 50 anni

“Volevo fare il portiere, e da bambino, tifavo Juventus” – disse una volta Paolo Maldini, oggi 50enne. Quel ragazzo che Fabio Capello definì difensore più forte del Mondo.

Una vera vocazione la sua e non poteva essere altrimenti, per “il figlio di Cesare”, il primo calciatore italiano a sollevare al cielo la Coppa dei Campioni, il 22 maggio 1963 la Coppa dei campioni. E quel figlio di un campione, rossonero di razza, festeggia il suo mezzo secolo con semplicità, considerandosi oggi un ex atleta, un papà, un marito e soprattutto un uomo felice. Da sempre distintosi per la sua eleganza, dentro e fuori dal campo, e non mostra rancore per la società che ad oggi non gli ha ancora offerto incarichi o ingressi in ruoli dirigenziali. Tempo al tempo.

“Dalla Juve” al “suo” Milan

Quel talento innato, il suo, e quella voglia di fare il portiere con quel “vizio” giovanile di tifare Juventus. Volaron via in un attimo, a Linate, dove Papà Cesare scoprì la sua vocazione: lo capì dalla postura, dal suo modo di correre, di guardare il pallone e il campo. Mai più un portiere. Mai più tifoso juventino. Ma sempre e solo un milanista. Il più grande. Senza esagerare. Il più grande.

Alla tenera età di 16 anni e sette mesi il debutto, Udinese – Milan con il mitico Nils Liedholm, l’uomo che gli ha “insegnato che il calcio è soprattutto un gioco”. Una carriera sotto la guida di Silvio Berlusconi al comando del club rossonero, e dei 25 anni goduti e vissuti in quel Milan padrone del calcio euromondiale: 902 presenze e 26 trofei nazionali (fra i quali 7 scudetti) e internazionali (fra i quali 5 Coppe Campioni-Champions League, con 8 finali disputate).

Maldini, giovane “macchina da guerra”

Una macchina da guerra “inceppato” in maglia azzurra, a cavallo di due titoli mondiali: Italia ’90 e Usa ’94, semifinale e finale perdute. Poi Francia ’98 col babbo commissario tecnico e quell’ultimo mondiale col Trap, e coi calci dei sudcoreani. Rinunciò ai Mondiali 2006, proprio dopo la Corea del 2002 e quelle ingiuste critiche mossegli; decise così di dire addio alla Nazionale. Consolandosi, e non poco, col ritorno di un Milan fuoco e fiamme, capace di rivincere di tutto e di più con Ancelotti.

E il 31 maggio 2009 disse addio anche al suo Milan, a Firenze; la maglia numero 3 venne ritirata, dopo la 6 di Franco Baresi. Un gesto simbolico, il minimo che il Milan potesse fare. Un addio definitivo che, del resto, non esiste per ragazzi come lui, leggende destinate a restare impresse nella mente di tutti e di ricevere l’ammirazione anche da quei giovani che possono vederli giocare solo su Youtube. Tanti auguri Capitano, nel cassetto ho ancora la tua maglia della nazionale.

Redazione

Share
Published by
Redazione
Tags: inprima

Recent Posts

Terremoto Sinner, ora sfida Alcaraz anche fuori dal campo: la soffiata è clamorosa

Sinner e Alcaraz ora si sfidano anche fuori dal campo? Cosa sta succedendo ai due…

1 ora ago

Colpo ufficiale per il Foggia, attacco sistemato per Delio Rossi: ha firmato fino al 2026

Grande colpo per il Foggia che ora può contare su qualità e talento in attacco:…

18 ore ago

106 punti di penalizzazione, gravi inadempienze fiscali | La Federazione non concede sconti

Incredibile ma vero, c'è chi è stato penalizzato di 106 punti: ecco cosa sta succedendo…

1 giorno ago

Dramma nel mondo del tennis, annuncio devastante prima della Coppa Davis: “Voglio disintossicarmi”

C'è un tennista che ha finalmente rivelato la sua condizione poco prima della Coppa Davis:…

2 giorni ago

Allarme Italia, il Mondiale passa per i playoff: incubo Germania e non solo | Le possibili avversarie

La qualificazione ai Mondiali per l'Italia potrebbe trasformarsi in un incubo: ecco chi potrebbe pescare…

2 giorni ago

Rivoluzione arbitri in Serie A, debutto ufficiale per Juve-Inter: non era mai successo prima

Attenzione perché potrebbe cambiare tutto con gli arbitri in Serie A partendo da Juve-Inter: la…

3 giorni ago