Nuovo caos a Foggia: Canonico deve andarsene | Costretto a cedere la società

Illustrazione del logo del Foggia (Sito ufficiale Foggia Calcio FOTO) - lagoleada.it

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La situazione è davvero critica, e la decisione sembra essere questa. Ma cosa sta succedendo in casa Foggia?

Quando un presidente è costretto a vendere un club, spesso non lo fa per scelta ma per necessità. Può trattarsi di difficoltà economiche, pressioni politiche o addirittura problemi giudiziari. In certi casi, è una mossa obbligata per salvare la società dal fallimento.

Uno dei motivi principali è l’accumulo di debiti: stipendi non pagati, bilanci in rosso, conti fuori controllo. A quel punto, la cessione diventa quasi inevitabile per evitare penalizzazioni, retrocessioni o l’esclusione dai campionati.

A volte entrano in gioco anche dinamiche interne: perdita del controllo societario, sfiducia da parte degli altri soci, o contestazioni dei tifosi. Quando il clima si fa troppo pesante, anche il presidente più appassionato può decidere di farsi da parte.

Infine, ci sono le situazioni limite, come indagini giudiziarie o conflitti d’interesse. In questi casi, la vendita serve anche a tutelare l’immagine del club. Non è mai una scelta leggera, ma a volte è l’unica via per garantire un futuro alla squadra.

Un clima pesante attorno alla squadra

Nel mondo del calcio ci si aspetta tensione sul campo, magari tra dirigenti e tifosi, ma raramente si immagina che la pressione possa arrivare da ambienti ben più pericolosi. E invece, a Foggia, come ripotato da La Gazzetta del Mezzogiorno, l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha svelato uno scenario inquietante: quattro uomini legati alla criminalità organizzata avrebbero messo in atto un piano per costringere il presidente del Foggia Calcio, Nicola Canonico, a lasciare la società.

Quando si parla di criminalità e calcio, spesso si pensa a infiltrazioni nei settori del tifo organizzato o magari a qualche interesse sulle scommesse. Ma qui si è andati ben oltre. Gli episodi contestati agli indagati sono otto, e alcuni fanno davvero impressione. Si parte con degli spari contro l’auto del capitano rossonero Davide Di Pasquale, nel giugno 2023. Poi, a gennaio 2024, un chilo di esplosivo viene piazzato nei pressi dell’attività commerciale del figlio di Canonico. A marzo, si susseguono incendi dolosi contro auto riconducibili alla dirigenza. Un’escalation vera e propria, orchestrata secondo la Procura per creare un clima di paura e spingere Canonico a fare un passo indietro. 

Illustrazione della Curva Sud di Foggia (LaPresse FOTO) - lagoleada.it
Illustrazione della Curva Sud di Foggia (LaPresse FOTO) – lagoleada.it

Una situazione insostenibile

Secondo gli inquirenti, come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, i quattro avrebbero agito con modalità tipicamente mafiose, creando una pressione continua e organizzata sul presidente. I clan volevano mettere le mani sul Foggia Calcio, un club che rappresenta tanto per la città, sia a livello sportivo che sociale.

Controllare la squadra avrebbe significato visibilità, potere e un canale per influenzare altri ambiti. Canonico, però, ha resistito, denunciando i fatti e collaborando con le autorità. Un gesto tutt’altro che scontato in un territorio dove l’omertà è spesso ancora un ostacolo difficile da superare.