Calcio Foggia

Mons. Ferretti: “Vorrei abbracciarvi tutti. Qui uniti dal dolore”

Vorrei abbracciarvi tutti. Vi vorrei abbracciare forte! Abbracciare le famiglie di Gaetano, Michele, Samuele. Abbracciare i loro amici e compagni. Vorrei abbracciare tutti i giocatori e i membri della società del Foggia Calcio. Spero che sentiate il calore dell’amore di Dio in questa casa. Vi ringrazio per essere qui: tra noi qui, questa sera, c’è Dio, sono le parole pronunciate ieri sera da Mons. Ferretti, in una Cattedrale di Foggia in cui l’intera città si è riunita questa sera per pregare e ricordare i giovanissimi tifosi deceduti domenica sera in un incidente stradale.

La veglia, presieduta dall’arcivescovo Ferretti, inizia con il cero pasquale, simbolo di Cristo Risorto, portato in processione per la navata centrale e collocato dietro l’altare maggiore. Sulla balaustra di marmo le foto dei tre ragazzi: Un dolore grande ci ha condotto qui questa sera. Lo stupore, lo sconcerto per la morte di tre giovani che, felici, tornavano a casa dopo una sera di divertimento a seguito della loro squadra del cuore, che aveva pareggiato in trasferta – le parole di mons. Ferretti nell’omelia -. La morte di Gaetano, Michele e Samuele ha scioccato Foggia. Ci siamo svegliati angosciati. Tanti si sono recati a scuola scossi, in lacrime”.

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La Cattedrale di Foggia colma di gente, durante la veglia per ricordare le vittime dell’incidente (Samuel, Michele e Gaetano) e dedicare un momento di preghiera per gli altri due giovanissimi coinvolti che stanno lottando per la propria vita (Samuele e Matteo). Foto di Mario Mescia per lagoleada.it (riproduzione riservata)

Mons. Ferretti: “Vorrei abbracciarvi tutti”

“La morte esiste, fa parte della vita; ne è la fine e il compimento. La morte è reale! È una verità che fuggiamo, esorcizziamo, non vogliamo ammettere ma è lì e aspetta dietro l’angolo tutti noi Allora il primo pensiero che ci sale prepotente nel cuore è: ‘Non è giusto!‘. Non è giusto morire, non è giusta la morte di un giovane: di tre giovani. Non è giusto morire in questo modo. Il secondo pensiero è subito conseguenziale al primo: ‘E Dio? Dov’è?’. Ma vedete a questa domanda difficile, la risposta l’abbiamo già data riunendoci qui questa sera. Qui insieme, possiamo gridargli il nostro dolore, interrogarlo, parlargli come un figlio parla al padre – continua l’Arcivescovo -. Non sempre il rapporto dei figli con i padri è buono. Ci sono momenti di tensione, di confronto, ma è nella casa del Padre che questa sera ci riuniamo perché lo sappiamo che lui ci ama. Sappiamo che non è lui che manda il male: lo sappiamo! La morte non è presente nel piano della creazione, essa entra nel mondo per il male che affascina e assedia l’uomo”.

Io vi accolgo tutti questa sera in questa nostra cattedrale. È la casa di nostro Padre, è qui che lui ci aspettava oggi per consolarci”, prosegue mons. Ferretti, che passa poi a spiegare il brano del Vangelo letto durante la celebrazione: “Abbiamo ascoltato che Gesù camminava nella città e di fronte a lui passa il corteo funebre che accompagna un giovane al cimitero. È un giovane, sua madre è disperata. Gesù allora viene preso da grande compassione, piange. Sa piangere, non su di sé, ma per gli altri, per tutti coloro che si trovano nel bisogno. La compassione è il suo saper patire con chi è nel pianto, nel lutto. Alla madre del ragazzo dice ‘Non piangere!’. Anche a noi in questi giorni il Signore dice: ‘Non piangete, io sono con voi. Vi accompagno, vi sto vicino, vi abbraccio’. Sì, il Signore è qui, ci parla e ci consola. Possiamo sentire la sua presenza di amico e di Padre in questa sua casa. Oggi il Signore Gesù accoglie nella sua casa di pace Gaetano, Michele, Samuele. Li abbraccia, dice loro di alzarsi dalla morte e di prendere parte alla vita eterna con lui”, aggiunge l’arcivescovo.

E noi cosa dobbiamo fare ora? Questo è il terzo pensiero che ci sale nel cuore. Dobbiamo amarci con affetto sincero, consolarci, sostenerci. Dobbiamo unirci per diffondere il bene e combattere il male e la morte. Mostrare, con la nostra fede nella vita e nel Signore, che la morte non è l’ultima parola sulla vita. Crediamo che Dio ci ama, che Gesù è con noi, non ci lascerà mai soli. Lui ha vinto la morte con la resurrezione. Lui alla fine della nostra vita ci accoglierà nel suo regno eterno di pace”, conclude mons. Ferretti. Per ricordare i tre giovani, durante le preghiere finali, sono state accese tre lampade poste sull’altare, davanti al Vangelo aperto. La fiamma è stata attinta dal cero pasquale, “segno pasquale che ci parla di morte e di vita, di fine e di un nuovo inizio. Questo segno, in noi cristiani, ravviva la speranza che questi nostri fratelli sono immersi nella luce del Regno di Dio e continuano a vegliare su di noi”.

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