Mondo Juve in lutto: se ne va un pezzo di storia | Oltre 50 anni in bianconero

Illustrazione di un lutto (Canva FOTO) - lagoleada.it

Illustrazione di un lutto (Canva FOTO) - lagoleada.it

Purtroppo la Juve e il mondo del calcio sono in lutto, e la notizia ha reso tristi tantissimi tifosi. Verrà ricordato per sempre!

Quando un calciatore o una figura storica legata a un club muore, il lutto va oltre il campo da gioco. Si tratta spesso di persone che hanno incarnato l’identità di una squadra, diventandone simboli riconosciuti anche fuori dal calcio.

La morte di un ex capitano, di un allenatore leggendario o persino di un dirigente fedele al club può scuotere un’intera tifoseria. In certi casi, la loro figura è talmente radicata nella memoria collettiva che il legame resta vivo anche a distanza di decenni.

Non è raro che stadi vengano intitolati a questi protagonisti o che il minuto di silenzio si trasformi in un lungo applauso. La memoria, nel calcio, è un gesto condiviso: una sciarpa al posto vuoto, uno striscione scritto con il cuore.

Queste persone non sono solo nomi in un almanacco, ma colonne affettive di una comunità sportiva. E quando se ne vanno, lasciano un vuoto difficile da colmare.

Una vita con la Juve

Ci sono persone che non giocano, non segnano, non allenano, eppure fanno parte della squadra. Salvatore Giglio era uno di quei volti che stavano sempre un passo indietro, ma che tutti riconoscevano. Silenzioso, gentile, sempre con la macchina fotografica al collo. Raccontava il calcio con le immagini, e lo faceva da prima che le fotocamere diventassero digitali.

Per chi vive la Juve da vicino è impossibile non aver incrociato almeno una delle sue foto. Come riportato da Tuttomercatoweb, Giglio se n’è andato a 77 anni, lasciandosi alle spalle un archivio sterminato di emozioni bianconere. Dal 1973, ha seguito la Juventus ovunque: partite, ritiri, finali e trionfi. Nel 1998 raggiunse quota 1.000 gare ufficiali fotografate per il club, ed è suo lo scatto di Michel Platini sdraiato a terra dopo la vittoria dell’Intercontinentale a Tokyo, nel 1985. 

Illustrazione di una candela (Canva FOTO) - lagoleada.it
Illustrazione di una candela (Canva FOTO) – lagoleada.it

Un’eredità incredibile

Come riportato da Tuttomercatoweb, il suo lavoro non era solo cronaca, era memoria viva. Più di due milioni di fotografie, custodite con cura maniacale, raccontano cinquant’anni di calcio italiano, con un cuore bianconero che batteva forte. Dai ritratti di Del Piero bambino alle lacrime dopo Cardiff, Giglio era sempre lì, sul bordo campo, pronto a cogliere quel dettaglio che sfugge a tutti.

Dopo la notizia della sua morte, arrivata al termine di una lunga malattia, sono stati in tanti a ricordarlo. La Juventus, ovviamente, gli ha dedicato un messaggio toccante. Ma anche giornali, colleghi, ex calciatori. Era un lavoratore in gamba, e saranno tanti a ricordarlo, e non solo nel mondo della Juve.