Bordo Campo

Qual è il modulo prediletto da mister Mario Somma?

Nelle ultime ore, è stata ufficializzata la scelta del Foggia riguardo il suo nuovo allenatore: si tratta di Mario Somma, che ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2023. La prima sfida a tinte rossonere che attenderà il neo-mister dei Satanelli sarà la trasferta di sabato 25 febbraio contro la Fidelis Andria, alle 17:30.

Il sostituto di mister Fabio Gallo dovrà guidare la squadra negli ultimi mesi della stagione e continuare sulla scia dell’ottimo lavoro compiuto dal tecnico di Bollate: scopriamo qual è l’idea di gioco di mister Somma.

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Immagine in evidenza: Mario Somma – crediti foto: pagina ufficiale Facebook Calcio Foggia 1920 (frame da video)

Qual è il modulo prediletto da mister Mario Somma?

Il modulo prediletto da Somma è il 4-2-3-1. Il 4-2-3-1 da lui inteso – scrive nella sua tesi “4-2-3-1, l’evoluzione di un sistema di gioco” – gli sembra davvero che “si possa adeguare ad ogni squadra costruita in un normale mercato”.

Grazie proprio alla sua tesi, è possibile capire come il tecnico interpreti ogni ruolo del suo schieramento. Ecco l’estratto dal documento, in cui Somma compie una disamina in merito:

PORTIERE

“Io non ho preferenze su un tipo di portiere rispetto ad un altro. Se non è già chiara una graduatoria, ad inizio stagione i portieri a disposizione partono alla pari e, insieme al mio collaboratore, valuto vari aspetti per decidere il titolare. In generale, voglio che i portieri vivano molto con la squadra, perché devono conoscere tutti i dettami collettivi da me proposti, non solo per la fase difensiva, ma anche per quella di possesso palla. Andando più nello specifico, in virtù di una squadra che si difende in una posizione medio-bassa, il mio portiere deve saper leggere prontamente le situazioni. Questa è la capacità più importante che deve avere. Non ho distinzioni sull’aspetto fisico, perché credo che se un portiere è sveglio e deciso, sappia uscire nelle traiettorie alte e basse, anche in mezzo ai suoi compagni e gli avversari”.

CENTRALI DI DIFESA

“Sono i veri difensori che uso nel mio schieramento. Credo che tendenzialmente debbano essere ben messi a livello fisico, avere centimetri utili per opporsi sui palloni alti, durante il gioco su azione o le palle inattive. Sono giocatori che devono mostrare intelligenza tattica e comportarsi di conseguenza. Devono evitare, ad esempio, l’irruenza negli interventi per rischiare il fallo. Devono invece saper scegliere quando marcare, fino addirittura a trovare l’anticipo, ma altresì capire quando occupare uno spazio o coprire il compagno. Questi giocatori, per la posizione che ricoprono, determinano molti movimenti sincronizzati della difesa. Con palla nei piedi, il loro compito è semplice. Devono acquisire il cambio di gioco sull’ala opposta, anche se disturbata, e, in linea di massima, saper gestire la costruzione quando la squadra avversaria è tutta chiusa nella sua metà campo”.

TERZINI

“Questi giocatori devono avere corsa, quindi essere resistenti, perché sono tra quelli che possono dare linfa vitale all’azione offensiva, per poi rientrare in posizione il prima possibile. In questo ruolo posso, infatti, utilizzare pedine che sanno attaccare, ossia
correre in avanti ed avere predisposizioni offensive. Credo che soltanto questa propensione coraggiosa, limiti i problemi che avrebbero se gli stessi giocatori dovessero rimanere più fermi in attesa. A livello difensivo, possono prendere confidenza senz’altro nella posizione, se non nella vera marcatura”.

MEDIANI

“I due giocatori qui usati, hanno caratteristiche e compiti diversi. Uno è più legato al reparto di difesa e l’altro di più con quello d’attacco. Il primo è quello che deve avere sagacia tattica per garantire equilibrio e gestione. Le sue qualità fisiche sono di un normale centrocampista che sa regolare le sue energie. Senza essere per forza un costante riferimento per le manovre di costruzione, è meglio che sia ordinato nel gioco e intelligente nell’interdizione. Il secondo è invece un giocatore con elevata potenza aerobica. Dopo aver dato in mezzo al campo sostanza difensiva con raddoppi in ogni direzione, deve proiettarsi in avanti, come i terzini. Deve inserirsi diventando un’arma importante in fase offensiva”.

TREQUARTISTA

“Questo giocatore è molto importante al punto che, se non ce l’ho, cerco d’individuarlo lo stesso nel gruppo, perché la sua presenza è davvero efficace. Il mio trequartista può essere, come ho già detto, un centrocampista centrale prestante. Questo per dire che può non essere quel giocatore estremamente tecnico e molto solista, bravo anche a fare la differenza in diverse partite. In realtà questo tipo di giocatore non mi dà garanzie certe, perché nel tempo rischia di togliere energie ai compagni che dovrebbero muoversi molto per permettergli di dribblare ed “assistere” meglio. Due sono a quel punto gli inconvenienti: economia fisica in pericolo e scompaginamento delle posizioni. Le mie esigenze sono soddisfatte piuttosto da un giocatore polivalente che non è disordinato ma essenziale. I suoi movimenti ne scatenano altri e le sue qualità tecniche, in ogni caso elevate, possono far “saltare il banco“. Infatti, deve essere più mezza punta che mezzo centrocampista. Non mi serve che venga incontro per fare gioco: quella è una componente, ma non è la preponderante. Egli deve essere un trequartista che sappia segnare.

ALI

“In queste posizioni possono giocare quelli che sono considerati ali vere, ma anche centrocampisti offensivi o attaccanti mobili. Sono giocatori molto dotati tecnicamente, in grado d’effettuare controlli palla, dribbling, assist e conclusioni. Come qualità fisiche, devono avere, di base, rapidità e velocità e, più sono resistenti, meglio è. Utilizzo giocatori destri di piede a sinistra e viceversa, perché mi danno una serie di vantaggi per le manovre di squadra e permettono a loro d’esprimersi con efficacia”.

CENTRAVANTI

“È la pedina che gioca in posizione più avanzata. Giocando, spalle alla porta, in mezzo alle difese, si richiede che sia dotato fisicamente. È il vertice capace di fare sponde, difendere palla e proporsi per concludere a rete in zone precise dell’area di rigore. Deve, con sacrificio, essere un riferimento per tutti. Ad esempio, lo deve essere anche quando la palla è agli avversari in zona arretrata. Insieme al trequartista, è, infatti, il giocatore che indirizza il gioco avversario e che evita agli avversari di tornare indietro ed andare a giocare dalla parte opposta”.

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Immagine in evidenza: Mario Somma – crediti foto: pagina ufficiale Facebook Calcio Foggia 1920 (frame da video)

Che Foggia aspettarsi sotto la gestione Somma?

Come annunciato dallo stesso mister in conferenza stampa, per quanto il 4-2-3-1 sia un modulo da lui utilizzato da sempre, non sarà toccato il rodato e collaudato 3-5-2: “Non voglio però togliere delle certezze, non posso portare novità perché i calciatori devono stare tranquilli, non devono pensare molto in campo. Continueremo con il modulo attuale, ci vuole equilibrio e non andremo a toccarlo”. L’ossatura della formazione, al fine di favorire il mantenimento di un certo equilibrio, rimarrà dunque intatta.

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Immagine in evidenza: Mario Somma – crediti foto: pagina ufficiale Facebook Calcio Foggia 1920 (frame da video)

Benito Girardi

Laureato Triennale in Ingegneria Gestionale | Studente Magistrale (percorso "Health Management") presso Università della Calabria | Redattore presso lagoleada.it

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Benito Girardi
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