Intervistato dal Corriere dello Sport, il tecnico del Foggia, Marco Marchionni, ha svelato alcuni retroscena circa la sua chiamata dell’ingaggio: “Un giorno mi arrivò una chiamata e mi dissero ‘te la senti di prendere una squadra di Lega Pro?’. Risposi, ‘ho iniziato questo percorso (quello da allenatore, ndr.) quindi perché no. Però vorrei capire qual è!’. Mi dissero che si trattava del Foggia, e rimasi stupito, dissi ‘ma state scherzando?‘. Non me l’aspettavo. Dicevo ‘ma cosa dirò il primo giorno?’. Ad oggi non mi ricordo neanche quello che ho detto”.
“Forse è stato questo il vantaggio mio, tutto è accaduto di fretta, senza pensare a cosa ci poteva essere come contorno, come primo discorso, l’approccio con la squadra, coi tifosi, e quindi venne tutto da solo. Avendo fatto due anni l’allenatore in seconda mi ha avvantaggiato, perché trovarsi di colpo dal fare il giocatore all’allenatore è diverso; io ho avuto la fortuna di giocare fino a tre anni fa e inizialmente ero un po’ scettico perché la voglia di giocare era ancora tanta. Però come vedi, quando si chiude una porta si può aprire un portone” – continua Marchionni.
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Poi sulla squadra e i tifosi aggiunge:
“Tanti sono giovani e anche bravi ma con una ‘testa’ un po’ particolare, forse non si rendono neanche conto della fortuna che hanno di essere a Foggia che comunque è una piazza blasonata, esigente. Quest’anno per fortuna è andato tutto bene e si son goduti la bellezza di Foggia. Poi purtroppo quando le cose vanno male ci sono dei lati diversi, che loro (i giocatori, ndr) purtroppo non hanno visto, per fortuna. Però magari gli ha fatti tranquillizzare e fatto dare il meglio di sé, io non sono un insegnante né un padre padrone. Sto lì per aiutarli e stimolarli, cercare di farli pensare in positivo perché un giocare se ha una testa positiva tutto quello che fanno gli riesce tranquillamente”.
“L’icona Zeman è presente a Foggia, come c’è l’icona De Zerbi; il tifoso foggiano è un tifoso passionale ma un tifoso che vuole vedere il gioco. I gradoni (quelli di Zeman, ndr), ce ne sono tanti allo stadio ma per me sinceramente stanno bene lì dove sono avendo un preparatore molto bravo ha saputo gestire al meglio questi ragazzi, quindi per fortuna i gradoni non glieli ho fatti fare (ride, ndr)”.
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Immagine in evidenza: Marco Marchionni – crediti: foto di Luigia Spinelli