Lettera di un tifoso del Bari a se stesso

Ti scrivo questa lettera per dirti che il calcio, compresa la Bari, è un business, anche se non è un business qualsiasi.

Perché devi capire che c’è un problema di fondo: chi si alterna alla presidenza di una squadra di calcio non lo fa per passione, non è un volontariato. Vuole, giustamente, ricavarci qualcosa e di certo non puoi pretendere il contrario. I guadagni sono parte del gioco, la parte più importante dato che è da lì che partono anche i successi sportivi. Una società solida economicamente è una società vincente anche dal punto di vista sportivo.

Però. C’è un però.

Non è un business qualsiasi. Qui si gioca con una passione che è enorme, contagiosa e viscerale. Non è solo uno sport ma fa parte delle tradizioni di un popolo, specie a Bari.

Caro me, pensa per un attimo alle lunghe chiacchierate al bar, a tutte le volte che un tifoso veste i panni dell’allenatore o del direttore sportivo. Pensa ai giorni in cui gioca la Bari, all’attesa frenetica, ai riti, a tutte le volte che andando al San Nicola ripeti scaramanticamente gli stessi ed identici gesti. Al borghetti durante l’allenamento prepartita, ad esempio, bevuto solo quando entra il portiere per il riscaldamento.

Tutto questo fa parte della giostra chiamata calcio che però, ricordalo, dev’essere anche un’opportunità di guadagno per chi stacca il biglietto per farci fare un altro giro.

Mia cara Bari

Allora questa lettera la scrivo anche a chi si è alternato fino ad ora e a chi, speriamo, assumerà oneri e onori del ruolo del giostraio. Nel mondo del calcio, è vero, servono investimenti. Ma serve anche trovare il giusto equilibrio tra investimento, guadagno e andamento sportivo.

Servono, in sostanza: programmazione, comunicazione, ricerca di talenti. Senza questi tre elementi si possono investire anche cifre folli ma non si andrà mai da nessuna parte.

La programmazione permette di avere una visione chiara, i passettini da seguire, prima il piede destro e poi il sinistro. Nel breve, nel medio e nel lungo termine. Nel calcio la navigazione a vista non esiste, non è contemplata.

La comunicazione o, meglio, il marketing sono essenziali. Conferiscono valore alla società, fidelizzano tifosi già esistenti e ne creano di nuovi. Forse questo aspetto è quello in cui destinare gran parte delle risorse. Non basta far disegnare un nuovo logo. Bisogna dargli un valore, comunicarlo, renderlo unico e speciale per chi lo guarda. E, di certo, per raggiungere questi obiettivi non bastano una sola persona e qualche video fatti con lo smartphone.

La ricerca dei talenti. Il modo migliore per creare plusvalenza è questo. Ed è il più immediato per far business. Le altre operazioni servono a contenere le perdite ma è da qui che si costruiscono guadagni e, di conseguenza, vittorie.

Quindi caro me, ricordati di non contestare chi ti dirà, in futuro, di avere pazienza, che bisogna costruire con calma. Nel calcio la pazienza è la virtù dei forti e costruire in maniera solida richiede tempo. Tempo in cui, magari, non avremo successi sportivi enormi ma affronteremo tutto con la consapevolezza di attraversare un periodo necessario per costruire un futuro roseo.

Caro giostraio, invece, ti aspettiamo. Con una consapevolezza e con un’idea nuova. Per te la nostra squadra sarà anche un business. Non come gli altri ma pur sempre un business. Tu dacci chiarezza, parlaci e facci capire dove stiamo andando e noi rimarremo lì, al solito posto, con il borghetti durante il riscaldamento del portiere.