Serie A

Le scuse di Higuain: “In campo ci sono tante emozioni, non sono un robot”

Ci sono partite che vanno oltre i tre punti in palio. Ci sono partite il cui peso è ingombrante quanto una finale di qualsivoglia torneo calcistico. Per Gonzalo Higuain, Milan-Juventus, non era soltanto una partita di campionato, seppur di grande tradizione storica; rappresentava un banco di prova importante contro il club, che, soltanto qualche mese fa, lo rimpiazzava, senza troppi complimenti, con un certo Cristiano Ronaldo. Dopo la botta rimediata alla schiena ad Udine giusto una settimana fa e che gli ha impedito di volare in Spagna con i compagni per la partita di EL contro il Betis, il Pipita avrebbe voluto tornare in grande stile e lasciare il segno proprio contro la sua ex squadra. Purtroppo Higuain ha un solo grande difetto: agli appuntamenti importanti si dimentica come metterla dentro.

Dopo che la Juventus aveva trovato il vantaggio con incornata vincente di Mandzukic al 8′, il Milan fatica a rispondere adeguatamente alla corazzata di Allegri. Higuain ci crede, lotta su ogni pallone per trovare l’affondo vincente ma Benatia e Chiellini fanno buona guardia e sventano ogni iniziativa dell’argentino. Poi, però, qualcosa accade. Arriva in area un pallone sporco che il 9 rossonero arpiona a meraviglia: Benatia lo bracca e lo marca stretto. Un rimpallo, però, fa si che il marocchino la tocchi con la mano. Var e Mazzoleni indica il dischetto di rigore. Higuain raccoglie il pallone, lo adagia sul dischetto e già si pregusta il boato di San Siro. Gonzalo attento, Szczesny ti conosce! Il numero uno polacco lo provoca, si avvicina all’ex compagno e gli indica dove tirare. Frittata fatta. Il portiere bianconero mostra grande reattività e si tuffa alla sua destra deviando il pallone sul palo.

Il penalty fallito dall’argentino al 41′ con una grande parata di Szczesny; crediti: gazzetta.it

Dopo il rigore sbagliato, non c’è più tempo e Mazzoleni fischia la fine della prima frazione di gioco. Nel secondo tempo, la Juventus controlla il confortante risultato e amministra bene il campo; d’altra parte, ora, sono i padroni di casa a dover fare la partita. Partita spenta però un po’ per tutti, anche per San Siro che non canta più. I rossoneri ci credono e lottano per trovare la tanto agognata occasione per pareggiare i conti; in battaglia non bisogna mollare mai, Gattuso insegna. Higuain si danna, vuole finire anche lui sul tabellino dei marcatori. Nulla da fare, la Juventus non concede un centimetro alle timide iniziative di Suso e Higuain; all’81’ contropiede Juve ed è 2-0. La mette dentro proprio colui che gli ha “rubato” il posto, quell’alieno venuto da Madrid per la gioia del popolo bianconero. Appena due minuti dopo il fattaccio. Mazzoleni lo fa imbestialire per un fischio a centrocampo in un contrasto col solito Benatia. Calcio di punizione ma Higuain si vede sventolare in faccia il primo giallo per atterramento perché, secondo l’arbitro, è stato l’argentino a cercare lo scontro con il difensore marocchino: Higuain non ci sta, protesta vistosamente, sbraita in faccia a Mazzoleni e si prende il cartellino rosso, ma continua. Quasi in lacrime e confortato da tutti, lo devono portare fuori sotto braccio.

In tarda serata, arrivano puntuali le scuse del campione argentino: “Voglio chiedere scusa alla squadra, a Gattuso e ai tifosi per il mio atteggiamento. L’arbitro sa cosa gli ho detto. Mi prendo la responsabilità per quello che ho fatto, non deve succedere più. La mia reazione? Era fallo di Benatia, mi ha fischiato contro e mi ha ammonito. Gli arbitri dovrebbero capire anche il momento dei calciatori. Non sono un robot, sono un giocatore e sono una persona che sente molto certe emozioni… Poi è vero che non sono stato da esempio ai bambini e mi spiace. La solidarietà dei miei ex compagni? Avevo un bel rapporto con loro, sanno che emozioni si provano in campo. Sì, era una partita con emozioni diverse, lo ammetto. Il mio addio alla Juve? Non ho preso io la decisione di andarmene, io avevo dato tutto per la maglia bianconera. Il rigore sbagliato? Pensavo Szczesny non si muovesse prima. Ha detto che mi conosce? Vero, io lo tiro sempre così, ma era ben angolato e ci voleva una grandissima parata per prenderlo. Complimenti a lui“.

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