venerdì, 17 Gennaio, 2025

Lazio-Foggia, la prima partita trasmessa in “pay-per-view”

Il Foggia, assieme alla Lazio, giocò la prima partita trasmessa in pay-per-view, in onda su TELE+2 il 29 agosto del 1993, terminata 0-0

Qual è stata la prima partita trasmessa in pay-per-view in Italia? Lazio-Foggia, stagione 1993/1994.

Proprio così: il Foggia, assieme alla Lazio, giocò la prima partita trasmessa in pay-per-view, in onda su TELE+2 il 29 agosto del 1993; si trattava della prima partita del Campionato di Serie A 1993/1994, terminata 0-0.

Le formazioni di Lazio-Foggia del 1993

In campo scesero per i biancocelesti Marchegiani, Negro, Favalli, Di Mauro, Luzardi, Cravero, Fuser, Doll, Casiraghi, Gascoigne (sostituito al 66′ da Di Matteo, al suo esordio nella massima serie), Winter. – n.e. Orsi, Bergodi, Bacci, Saurini. Allenatore: Zoff.

Per i rossoneri invece scesero in campo F. Mancini, Chamot, Nicoli, Di Biagio, Bucaro, Bianchini, Bresciani, Seno (sostituito al 52′ da Sciacca), Cappellini (sostituito al 70′ da Kolyvanov), Stroppa, Roy. – n.e. Bacchin, Di Bari, Caini. Allenatore: Zeman.

Diresse la gara il signor Bazzoli della sezione di Merano.

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Lazio - Foggia
Lazio – Foggia, 1993 crediti: RAI

Lazio-Foggia, la cronaca di quella partita, la prima trasmessa in PPV

Di seguito la cronaca della partita, a cura del Corriere della Sera:

“Addobbato per esigenze del nuovo copione calcistico a scomodo oltreché per ora umido salotto, l’Olimpico offre l’opportunità mai sperimentata di proporre alle comunità dei tifosi di assistere in piacevole assemblea alle trasmissioni sportive della giornata. Sui grandi schermi che si ergono sulle curve c’è meno pubblicità ma tante immagini delle partite già giocate nel pomeriggio. Gol, interviste e commenti. Di tutto si parla, tranne che della sfida imminente. Un modo diverso di consumare l’attesa. Le squadre appaiono sul terreno di gioco appena dopo i fischi rovesciati sull’immagine di Mazzone che giustifica il primo disastro stagionale della Roma e si parte con due minuti di anticipo. Alla spregiudicata zona del Foggia, che non si preoccupa di opporre un conveniente freno neppure all’ancor grassoccio ma sempre temibile Gascoigne, la Lazio oppone Luzardi su Cappellini, Negro su Roy e l’attento Favalli su Bresciani, che al 6′ molla il primo tiro a rete scomodando non più di tanto il debuttante Marchegiani. Il quale deve però stendersi con maggior sollecitudine su un’immediata replica di Roy. La libertà, poco vigilata, permette a Gascoigne di prendere in mano il timone delle operazioni alle spalle di Doll e Casiraghi (che in assenza di Signori compongono l’improvvisato tandem offensivo biancazzurro), insieme con il costante Winter; ma le manovre laziali vengono imbrigliate dalla velocità della brigata pugliese i cui componenti sfuggono agli schemi adottati da Zoff. Al 20′ le prime emozioni: Casiraghi si lascia parare dal pronto Mancini un tiro su ottimo invito di Gascoigne, e in contrattacco Stroppa, un temibile ex, mette in crisi l’incauta difesa romana ma colpisce la traversa. Dai laziali emerge ancora e sempre Gascoigne il cui tentativo è deviato in angolo dal portiere foggiano. La Lazio cerca di aumentare i giri al suo non ancora rodato motore.

Fuser infatti brancola sulla fascia destra, Di Mauro sembra frenato dall’emozione di indossare gli altri colori della Roma calcistica, mentre Di Biagio, Seno e Stroppa menano una danza insostenibile per i piu’ sedentari rivali. Intorno alla mezz’ora Doll e Casiraghi bruciano una favorevole occasione proposta dal solito Gascoigne, alla cui fantasia sono legate le risorse laziali. Quindi Marchegiani recita ancora la sua parte uscendo coraggiosamente sui piedi dello scatenato Stroppa. Le ostilità si riaprono sugli affanni della Lazio, ancor più disorientata e sfiancata dall’intraprendenza della macchina rossonera che perde al 9′ l’apporto di Seno, rimasto claudicante nel primo affondo personale sul quale si oppone con bravura il pronto Marchegiani. Ma pur senza l’onnipresente capitano, sostituito da Sciacca, il Foggia continua a esprimere lucidamente le teorie imposte da Zeman e, avanzato il suo baricentro, chiude quei varchi attraverso i quali nel primo tempo s’erano talvolta avventurati Casiraghi e Doll, ormai letteralmente inghiottiti dall’ermeticità di una difesa che sembra ben più prudente e registrata che nel passato. Gascoigne, chiuso anch’esso, dà i primi segni di insofferenza e nervosismo: e se la prende con Chamot, Di Biagio e qualche altro. Ma il Foggia non cede alle provocazioni e ancora due proiettili di Cappellini sibilano, il primo alla sinistra e il secondo alla destra dell’esterrefatto Marchegiani, per sua fortuna ben protetto da Cravero, Favalli e Luzardi che puntellano una difesa sino a questo momento apparsa sfasata. Dallo scompaginato centrocampo Zoff tira fuori, al 21′, proprio Gascoigne, stanco e teso. C’è sempre meno tempo per attendere l’estro dell’asso inglese. C’è invece da stringere i denti e qualcosa nella Lazio cambia. Mancini infatti si inarca splendidamente sul calcio piazzato del redivivo Fuser e nel giro di un minuto anche Doll si fa rivedere con un tiro che procura i brividi agli ospiti che sostituiscono anche Cappellini con Kolyvanov a ulteriore rinforzo del centrocampo.

Fioccano le ammonizioni. Alla mezz’ora sono già otto. Riaffiora la stanchezza ma il Foggia rimedia all’appannata velocità con una sorprendente grinta e un’analoga abilità a rimettere in gioco i rabbiosi ma poco convinti attacchi laziali. Al 35′ una sventola di Winter è parata da Mancini, mentre vola alta una fiondata di Sciacca. Ma se la Lazio torna ad osare, il Foggia riprende ancora a far tremare pubblico e giocatori avversari le cui coronarie sono salvate nel finale dall’eccessiva flemma di Kolyvanov, poco pronto a calciare al momento opportuno. L’insoddisfatta curva laziale invoca sul chiudere un rigore che neppure la presunta vittima, Doll, riscontra. E il finale non ha storia. Così si consuma l’unico pareggio della prima giornata che per il Foggia vuol dire quasi una vittoria. Almeno ai punti”.

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Immagine in evidenza: nella foto un’azione di Lazio-Foggia, 29 agosto 1993 – crediti foto: RAI

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