Intervistato da “Sky Sport“, Maurizio Sarri traccia a grandi linee il futuro della sua Juventus, reduce dalla sconfitta in finale di Supercoppa Italiana contro la Lazio:
“Siamo arrivati a questa finale con poche energie e l’abbiamo pagato. Ci dispiace, lasciare un trofeo dispiace sempre. La squadra si è allungata, ha perso le distanze tra i reparti e tra i singoli. La Lazio in questo momento vive una condizione psicofisica straordinaria e come sempre quando hai entusiasmo e pensi positivo gli episodi sono tutti favorevoli. Il che vuol dire che non sono episodi. In questo momento è una squadra difficile da affrontare: se dovesse continuare su questi livelli sarebbe un avversario durissimo. Noi però dobbiamo pensare da Juventus e che dipende solo da noi. Dobbiamo diventare continui: le sensazioni in allenamento mi dicono che mi diverto molto di più rispetto a due mesi fa. In Italia si vuole tutto e subito…”.
“Io voglio vincere e convincere, col predominio sulle partite, ma finora si è visto solo a sprazzi. Siamo ancora in una fase di alti e bassi, ci sono momenti in cui giochiamo da squadra, altri meno. Rientra nella normalità, non esiste il tutto e subito, miglioreremo gradualmente. Ricordo il Liverpool di Klopp, cresciuto nel tempo e oggi sul tetto del mondo, ma che nei primi due anni ha fatto un undicesimo e un ottavo posto”.
Siamo una squadra che vuole vincere anche in Europa, pur sapendo che non è mai semplice. La Champions è un obiettivo che presenta dei rischi, dovuti all’alta qualità degli avversari”.
“La cosa particolare è che prendiamo gol nell’area piccola, un dettaglio che nella Juventus degli ultimi anni non si era mai visto. Dobbiamo migliorare in questo contestualmente alla crescita di elementi nuovi come Demiral e De Ligt. Il tridente? Giocheremo così, è sicuro. Poi sulla tipologia di schieramento, con il trequartista con Bernardeschi oppure Ramsey o i tre in linea, dipenderà dalla situazione dei vari giocatori”.
“Napoli ostaggio di Sarri? Non posso dirlo da 800 chilometri di distanza. Io sono legato all’ambiente e al gruppo di giocatori grazie al quale ho fatto un grande salto di qualità”.
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