Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha risposto ad una lunga serie di domande nel corso della puntata odierna di Tutti Convocati. Incalzato dalle domande di Carlo Genta, Pierluigi Pardo e Giovanni Capuano, Agnelli ha avuto modo di toccare diversi temi: dalla questione coronavirus e Juve-Inter ad Allegri e Conte, per poi parlare anche di Lazio e Paratici.
“L’ordinanza in Piemonte vige fino a sabato. In questo momento, la partita si svolge regolarmente domenica all’Allianz Stadium con il pubblico. Questa è la constatazione dalla quale partiamo. Poi valutiamo l’evolversi della situazione e, laddove ci fosse imposto di giocare a porte chiuse, sappiamo che questa nell’interesse generale è la scelta giusta. Con la partita di mercoledì sera (andata degli ottavi di Champions contro il Lione), inizia quella parte di stagione che è fondamentale.
Un voto per il primo semestre? Ottimo, siamo primi in campionato, agli ottavi di Champions e in semifinale di Coppa Italia, abbiamo avuto una piccola sbavatura con la Supercoppa italiana, ma quando si valuta una stagione non si valuta una singola partita.
Allegri?Ci siamo visti l’ultima volta settimana scorsa per un caffè. L’amicizia e la stima sono rimaste intatte ed è giusto che sia così. Le valutazioni sono state diverse ed hanno portato a fare una scelta di un cambio della guida tecnica. Sarri ha dichiarato, nella sua conferenza stampa di presentazione ad inizio agosto, che vuole avere un impatto fino a 70 metri: dopodiché dipende dagli interpreti.
Noi pensiamo a chi vogliamo, non a chi non vogliamo. Noi volevamo Sarri ed abbiamo preso Sarri. Conte bandiera juventina, capitano juventino, ha alzato la Champions con la Juve, ha vinto scudetti: Conte è Juventus. Con Antonio il rapporto è cordiale e disteso, come deve essere. È altresì vero che nel contesto in cui viviamo, sono professionisti. La sfida che lui ha reputato più affascinante è quella di portare l’Inter a vincere. Conosco Zhang e lo stimo ed avere un testa a testa con lui nell’ultima parte di campionato mi affascina.
Quello che uno deve temere della Lazio è la spensieratezza, perché non hanno l’obbligo di vincere e se riescono a traghettare Marzo e Aprile (la spensieratezza) può essere un vantaggio. Rispetto all’Inter sono due filosofie diverse, con due rose completamente diverse e difficilmente paragonabili.
Simone e Filippo li conosco da 30 anni. In questa fase, con la Lazio, Simone ha fatto un grandissimo lavoro: bisognerà vedere come, se e quando reagirà all’obbligo di dover vincere.
Paratici non è sotto esame ed è un grandissimo dirigente. Lo ha dimostrato negli anni scorsi e lo dimostra tuttora. L’unica differenza col passato è che oggi è sotto i riflettori, prima non lo era. Abbiamo cominciato un percorso nel 2018 e questo primo ciclo terminerà nel 2021, ma solo perché i contratti sportivi hanno durata triennale.
Se apro i giornali, ci accostano quasi tutti i più forti giocatori al mondo, il che significa che la Juventus è una destinazione ambita. Di questi, Paratici ne sceglie 25 circa e quelli sono gli obiettivi della stagione. Se guardo le speculazioni durante tutto l’anno, noi dovremmo acquistare 50-60 giocatori.
Mi hanno fatto piacere, hanno fatto capire a Sarri cosa vuol dire essere Juventus e con quale semplicità si può scatenare una violenza mediatica su di noi. Una battuta che ha fatto Sarri l’altro ieri è passata completamente inosservata: se il rigore per la Spal fosse stato dato a parti invertite, sarebbe nato un caso.
Il derby col Toro è una partita difficile perché se la vinciamo è normale, se la perdiamo ne parleranno per sei mesi.
Foto: Juventus
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