Foggia, Gallo: “Partita straordinaria. Squadra sta crescendo”

Gallo

Immagine in evidenza: Fabio Gallo - crediti: foto di Luigia Spinelli

Al termine di Juve Stabia-Foggiaconclusasi sul risultato di 1-1, l’allenatore dei rossoneri Fabio Gallo ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa nella consueta conferenza post-gara.

Un giudizio sull’espulsione per doppia ammonizione di Dardan Vuthaj:

“Ritengo che la mia squadra abbia fatto una partita straordinaria. Vuthaj ha cercato di proteggersi e il regolamento, mi dice l’arbitro, prevede che nel momento in cui il braccio è all’altezza del viso è ammonizione. La prima – era sotto la mia panchina – se l’è inventata. La partita è stata condizionata da questa decisione, da questo episodio: è un peccato perché, dopo un inizio dove le squadre si sono studiate, la Juve Stabia ha cambiato modo di giocare e quindi questo mi fa pensare che temesse il Foggia, per quello che ha visto dalla partita col Crotone. La partita si stava accendendo e diventando bella. Io alleno questa squadra da dieci giorni e ritengo che i ragazzi abbiano fatto due partite sabato e oggi, sotto l’aspetto tecnico-tattico e della voglia di portare a casa il risultato, straordinarie, veramente eccezionali.

Dov’è stata la svolta?

“Se fosse stata solo una svolta psicologica, farei lo psicologo, invece faccio un altro mestiere. Sicuramente ho lavorato sotto quell’aspetto, però poi devi allenare, dare i propri concetti e i ragazzi si sono concessi e si stanno concedendo al 110%. Di questo li ringrazio e li esorto a continuare perché sono su una strada che può dare delle soddisfazioni se continuiamo a lavorare con questa voglia di imparare e lottare l’uno per l’altro”.

Il 3-5-2 ha cambiato in meglio questa squadra.

“Io sono di origini del Sud, ma ho vissuto sempre al Nord: ho il sangue caldo del Sud ma la testa pragmatica del Nord. In questo momento, secondo me bisognava accendere il cuore dei ragazzi ma dare loro concretezza: ecco il perché della difesa ha tre. Ho scelto questo sistema di gioco perché ritengo che abbiamo degli esterni importanti per farlo, sto sacrificando dei giocatori di qualità (penso a Schenetti, Peralta…), sono consapevole di questo. Dovevo e devo fare in modo che la mia squadra sia concreta quando scende in campo, per poi piano piano arrivare a mettere più qualità possibile”.

Sulla mossa vincente Ogunseye:

“Lì abbiamo cambiato sistema di gioco. Io ai ragazzi a fine primo tempo ho detto: ‘In otto regaliamogli la punta: se stiamo attenti non ci fanno mai gol’; il gol è arrivato infatti perché siamo stati disattenti con un’uscita esterna di Malomo e ci siamo trovati due contro due in area, sennò gol non lo prendiamo mai. Dopodiché ho dovuto cambiare, ci siamo messi 4-3-2, ho riempito più l’area e i ragazzi sono stati bravi a concretizzare le occasioni avute“.

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Foggia
Immagine in evidenza: Foggia – crediti foto: Federico Antonellis/Calcio Foggia 1920

Foggia, Gallo: “Oggi prestazione di spessore. Modulo? Io non devo allenare me stesso”

Un giudizio sulla performance di oggi e in generale sul lavoro che si sta facendo:

“La squadra sta crescendo: ritengo che oggi ci sia stata una continuità di qualità nell’aspetto tattico e una crescita sotto quello della consapevolezza e del morale. La partita di sabato non è rimasta ad una bellissima prestazione e vittoria contro la prima della classe, ma oggi c’è stato un seguito in questo senso: la prestazione tecnico-tattica è stata di spessore a mio avviso, perché giocare cinquantacinque minuti in dieci a Castellamare di Stabia contro una squadra dalla qualità ottima, straordinaria come la Juve Stabia vuol dire che la squadra sta crescendo e prendendo consapevolezza di quello che può fare”.

Soddisfazione o rammarico per il risultato?

“Sono contento perché la squadra ha avuto una reazione importante, ma anche rammaricato perché nel primo tempo abbiamo avuto tre o quattro situazioni veramente importanti per poter andare in vantaggio. Anche in dieci contro undici la mia sensazione è che se avessimo fatto gol sul colpo di testa di Malomo avremmo potuto impacchettare la partita. Però l’1-1, avendo preso gol a dieci minuti dalla fine e riuscendo a pareggiare, va bene.

Il 3-5-2 può essere di transizione a qualcosa?

“Io non devo allenare me stesso, quindi adottare quello che è il mio sistema di gioco ideale, che però non è il vestito giusto della mia squadra che sto allenando sarebbe allenare me stesso e questo non porterebbe a nessun tipo di risultato, né di squadra, né personale. L’ho detto dal primo giorno ai ragazzi: ‘Voi siete le mie armi, i miei proiettili, la mia spada, la mia baionetta: senza di voi non vado da nessuna parte’. A me piace il 4-3-1-2, non è un mistero, però se la mia squadra ha degli esterni importanti per il 3-5-2, dei marcatori che si sentono più sicuri a giocare a tre, perché dovrei allenare Fabio Gallo e non il Foggia? Sono stato chiamato per allenare il Foggia, quindi lo faccio col vestito migliore che man mano che i giorni passano secondo me è quello giusto. Similitudini tra 4-3-1-2 e 3-5-2 o comunque con una difesa a tre? Ci vuole tempo per lavorare, adesso bisogna essere molto concreti, sia io nelle scelte che i giocatori nel portare a casa i risultati”.

Chiunque deve sentirsi parte di un progetto e funzionale alla causa:

“Chi sta in panchina deve fare il tifo finché non entra in campo e poi mettermi in difficoltà con la prestazione, nel farmi avere dei dubbi per la partita successiva: se così non fosse, sarebbe un mestiere veramente facile. Il mio compito è quello di tenere tutti vivi all’interno di un progetto. Peralta è entrato senza riscaldamento, perché abbiamo preso gol. Ad un certo punto, quando abbiamo fatto gol, mi ha detto: ‘Mister, ogni tanto vado a pizzicare per…?’ e io ‘Certo, se la leggi vai a pizzicare’. Quindi vuol dire che Peralta ha guardato la partita ma giocandola coi compagni, soffrendo e quando è stato chiamato nella difficoltà si è fatto trovare pronto. Uguale Ogunseye, che da titolare è passato riserva, non ha giocato sabato, oggi ha giocato un quarto d’ora e si è fatto trovare pronto: ho fatto entrare prima un ragazzo più giovane che aveva più gamba, più dinamico perché mi serviva quel tipo di giocatore. Nel momento in cui siamo andati sotto, si è fatto trovare pronto; ritengo che la forza di una squadra e la fortuna di un allenatore è avere il gruppo dentro al progetto”.

Il video della conferenza stampa

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Immagine in evidenza: Fabio Gallo – crediti: foto di Luigia Spinelli