martedì, 5 Dicembre, 2023

Il calciomercato in Arabia sta condizionando il calcio?

Un tema, quello del calcio in Arabia, affrontato da Fulvio Collovati e Alessandro Canovi, procuratore sportivo di fama internazionale

E’ ormai Arabia-mania, coi grandi campioni che scelgono di proseguire la propria carriera allontanandosi dal calcio europeo per sposare quello saudita. Scenari che appassionano anche gli amanti delle schedine calcio. Non solo Ronaldo e Messi ma sempre più calciatori di spessore seguono l’esempio dei due migliori calciatori dell’ultimo ventennio. I colleghi de L’Insider, con Fulvio Collovati e il procuratore sportivo di fama internazionale Alessandro Canovi, analizzano i nuovi scenari del calciomercato sempre più scosso dall’Arabia Saudia a partire dal caso Mbappé, le cui recenti offerte milionarie hanno scosso il mondo del calcio.

“E’ un’offerta fuori da ogni canone economico, sportivo. È un’offerta per un solo anno di contratto che è ancora più sconvolgente ma è chiaro che l’Arabia Saudita in questo momento ha un piano decennale per investire 2 miliardi all’anno – dice Canovi. Una situazione che preoccupa perché, a prescindere dai termini di fattibilità, “ha creato un sentimento diffuso secondo il quale queste operazioni stiano minando la passione e l’essenza del calcio – scrivono i colleghi de L’Insider. L’eccessiva concentrazione di risorse finanziarie in alcune squadre, infatti, può alterare l’equilibrio competitivo e il senso di meritocrazia nel mondo del calcio: “Mentre l’Arabia Saudita punta a costruire una potenza calcistica, c’è la preoccupazione che questo possa mettere in discussione l’autenticità e l’anima del gioco, trasformando il calcio in una mera vetrina di investimenti”.

Cristiano Ronaldo Al Nassr
Immagine in evidenza: Cristiano Ronaldo all’Al Nassr – crediti foto: pagina ufficiale Facebook Al Nassr

Con l’avvento dell’Arabia perde la Serie A

Campanello di allarme per il campionato che si ritrova così “a dover fare i conti con un calcio che non gli appartiene quasi più”, misurandosi quindi con potenze economiche ben distanti dalla Serie A. Se prima la Premier League, insieme agli altri top campionati europei, compravano dall’Italia contribuendo a finanziare il nostro sport, adesso con l’avvento degli arabi è tutto il mondo a vedersi scippare i propri campioni per cui non c’è un effettivo “guadagno” sul mercato.

Bisognerebbe riformulare il concetto di seconda squadra finora fallimentare visto che lo fa solamente la Juventus. Bisognerebbe obbligare tutti i club ad avere la seconda squadra con un minimo garantito di giocatori da inserirvi. Poi servirebbe una manovra politica per aiutare i club ad avere gli stadi – spiega Alessandro Canovi. Cosa ne pensate a riguardo? Clicca qui per leggere l’intervista completa.

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