I migliori talenti italiani del 2010: nessuno di loro ha sfondato | Bruciata un’intera generazione

Fabbrini nel 2016 (Wikipedia Birmingham City F.C. FOTO) - lagoleada.it
Avere talento non è sinonimo di carriera stellare, infatti sono tantissimi i talenti che nel corso del tempo si…perdono!
Nel mondo del calcio, il talento da solo non basta. Molti giovani promettenti fanno sognare con giocate brillanti e paragoni illustri, ma poi, per mille motivi, non riescono a imporsi ai massimi livelli. Il talento è solo il punto di partenza.
Spesso entrano in gioco fattori mentali: pressione, aspettative eccessive, mancanza di disciplina o semplicemente scelte sbagliate. Un infortunio al momento sbagliato può spezzare una carriera in costruzione, così come un trasferimento poco adatto.
Ci sono anche situazioni legate all’ambiente. Un talento che brilla in un vivaio può perdersi se non trova fiducia nel club o continuità in campo. E il salto tra giovanili e professionismo è enorme, più difficile di quanto si immagini.
Alla fine, il calcio è pieno di “quasi campioni”, nomi che tornano fuori con un misto di nostalgia e rimpianto. Ma proprio per questo, ogni giovane che ce la fa ci ricorda quanto il successo nel calcio sia un equilibrio fragile tra doti naturali, lavoro e fortuna.
Quando sembrava l’inizio di qualcosa di grande
Nel calcio italiano, si sa, non c’è solo abbondanza di opinionisti fai-da-te. Basta una giocata fuori dall’ordinario per scatenare paragoni azzardati, il più delle volte con nomi pesanti. Nel 2011, ad esempio, si parlava di Diego Fabbrini come del nuovo fantasista del calcio italiano, uno che, si diceva, avrebbe fatto parlare di sé a lungo (Fonte: 90min.com).
Quella stagione, la 2011/12, fu una specie di crocevia per tanti giovani azzurri. In molti sembravano pronti a spiccare il volo: Federico Macheda, reduce da un debutto folgorante col Manchester United; Michelangelo Albertazzi o ancora Manuel Giandonato, nel giro della prima squadra della Juve. I nomi erano tanti, e le aspettative ancora di più.

Promesse che si sono spente troppo in fretta
Come riportato da 90min.com, i talenti che si sono persi sono tanti. Oltre a Fabbrini, anche Camporese difensore cresciuto nella Fiorentina mostrava doti da centrale di livello. Venti presenze in viola non sono poche, eppure non riuscì mai a consolidarsi davvero. Bellusci sembrava ancora più pronto: già titolare nel Catania e accostato a grandi club, ma neanche lui ha mai fatto quel salto definitivo. Poi ci sono casi come Dell’Agnello, bomber con l’Inter Primavera e protagonista al Torneo di Viareggio, che però non è mai arrivato a debuttare in Serie A.
Giandonato, lanciato da Delneri, e Giannetti, autore di un gol europeo con la Juve, hanno seguito lo stesso copione: ottimi inizi, poi un lento ridimensionamento. Ragatzu, infine, è uno dei pochi che un po’ di Serie A l’ha assaporata. Esordì giovanissimo col Cagliari e segnò anche qualche gol, ma le sue esperienze successive, fatte di prestiti e panchine, hanno raffreddato gli entusiasmi. Anche il suo ritorno in A nel 2019/20, con un gol proprio in rossoblù, non bastò a rilanciare la sua carriera.