Ha vinto i Mondiali, ma i soldi della carriera da calciatore sono finiti | Si è ridotto a fare il becchino

Illustrazione della Coppa del Mondo (Depositphotos FOTO) - lagoleada.it
Dopo aver vinto tanto come calciatore, dopo il ritiro è finito a fare altro, un lavoro che non c’entra assolutamente con il calcio.
Quando finisce la carriera da atleta, per molti non è affatto la fine. Anzi, è solo l’inizio di una seconda vita, spesso lontana da campi, palazzetti o piste. Non tutti diventano allenatori o opinionisti: c’è chi cambia completamente strada.
Ci sono ex calciatori diventati imprenditori, pugili che hanno aperto ristoranti, nuotatori passati alla politica o al cinema. Alcuni hanno studiato, si sono reinventati e hanno fatto fortuna in settori impensabili.
Il passaggio non è sempre semplice: abituati a una routine fatta di sacrifici, viaggi e applausi, molti fanno fatica a trovare un nuovo equilibrio. E c’è chi, purtroppo, si perde nel vuoto lasciato dallo sport.
Ma quando tutto fila per il verso giusto, queste storie sono un esempio: dimostrano che il talento, con un po’ di adattamento, può brillare anche fuori dal campo. Basta saper cambiare direzione, con coraggio e lucidità.
Quando il fischio finale non è davvero la fine
Chi l’ha detto che la vita da sportivo finisce col ritiro? Per molti atleti, quel momento segna solo un passaggio, una curva che porta altrove. Alcuni restano vicini al campo, tra panchine e telecamere. Altri invece cambiano rotta in modo netto, quasi radicale. Come se volessero dimostrare a sé stessi, prima ancora che al mondo, che possono farcela anche in un contesto completamente diverso.
E non è questione di fama o soldi. Spesso si tratta di ritrovare un equilibrio, una nuova motivazione dopo anni vissuti sotto i riflettori. Alcuni ci riescono con naturalezza, altri faticano. Ma quando le cose si incastrano bene, nascono storie che meritano di essere raccontate. Storie come quella di Ramon Wilson, un nome che a molti oggi dirà poco, ma che nel suo tempo ha lasciato il segno.

Un cambio di rotta
Ramon “Ray” Wilson è stato uno dei terzini sinistri più affidabili dell’Inghilterra degli anni ’60. Campione del mondo con i Three Lions nel 1966, ha vestito le maglie di Huddersfield Town ed Everton, guadagnandosi rispetto e applausi senza mai fare troppo rumore. Ma la parte più sorprendente del suo percorso arriva dopo il calcio giocato.
Appesi gli scarpini al chiodo, come riportato dal Corriere, Wilson non ha cercato visibilità, né incarichi nel calcio che conta. Ha scelto una strada più silenziosa e, forse, più nobile. Divenne impresario di pompe funebri, un mestiere delicato, lontanissimo dal clamore degli stadi. Una scelta che ha sorpreso molti, ma che lui ha vissuto con serietà e discrezione.