“Sono stato abbandonato in un convento dai miei genitori naturali, ancora neonato.
Per fortuna, dopo poco tempo, ho trovato una famiglia che fin dall’inizio mi ha trasmesso tutto l’amore e l’affetto che qualcun altro aveva scelto invece di negarmi. Il destino, tuttavia, aveva in serbo altro per me”.
Franck Ribéry racconta così la sua vita, la sua infanzia.
“Avevo poco più di due anni e in seguito ad un incidente stradale sono passato attraverso il vetro di un’auto: essere sbalzato fuori mi provocò un’enorme squarcio al volto. Grazie alle attenzioni dei miei genitori e alle cure dei medici, la guarigione dall’incidente è stata quasi una formalità. Una ferita ben peggiore, però, è emersa quasi subito. Nessuno, infatti, mi guardava o mi giudicava per le mie qualità tecniche, o perché ero una brava persona. Tutti, e quando dico tutti non escludo nessuno se non i miei genitori, commentavano il mio aspetto fisico e giudicavano dall’alto delle loro conoscenze la bruttezza del mio viso dovuta ovviamente alla ferita. Mi sentivo giudicato. Oppresso. Nonostante fossi giovane e mi recasse molto fastidio, non mi sono mai messo a piangere. Non ho mai versato una lacrima, anche se ho sofferto da matti. Devi essere molto sano di mente per resistere allo scherno degli altri bambini, ma peggiori erano gli sguardi degli adulti. Mi fissavano a lungo finché i miei genitori mettevano l’espressione da duri: ‘Qualche problema?’. Allora erano gli altri a vergognarsi.
Senza calcio sarebbe stata dura uscire da quel casino. Forse impossibile. Adesso però, sono quasi orgoglioso dello squarcio, senza sarei troppo normale: quello che sono oggi lo devo a quel momento, a quell’incidente. Non fosse stato per lui, non avrei il carattere che ho ora. Mi ha dato forza, mi ha insegnato a reagire e ad affrontare le situazioni più dure della mia vita e di questo ne vado fierissimo. Non mi sottoporrò mai alla chirurgia estetica e sapete perché? Perché questa ferita fa parte di me. Mi ha forgiato e reso un uomo migliore e non intendo per nessun motivo al mondo cancellarla”.