Foschi: “Zaccheria? Bello giocare lì. Ultras? Rispetto”

Le parole di Luciano Foschi in vista di Foggia-Lecco: “Tifoseria molto attaccata alla squadra e alla propria storia, abbiamo grande rispetto”

Luciano Foschi Calcio Lecco

Il tecnico Luciano Foschi, fotografia del Calcio Lecco 1912. L'utilizzo di questa foto, per conto di lagoleada.it, è stato autorizzato - in forma scritta - dall'Ufficio Stampa del Calcio Lecco 1912

“Il campo è sempre lo stesso, anzi trovo che sia bello giocare davanti a tanta gente, come lo è stato a Cesena, credo che lo sarà a Foggia. C’è una tifoseria molto attaccata alla propria squadra, alla propria storia, e quindi abbiamo grande rispetto di tutto questo. Poi però in campo ci sono undici giocatori contro altri undici che si sbattaglieranno, cercheranno di fare di tutto l’uno per superare l’altro, com’è giusto che sia, è una finale! Sappiamo l’importanza, sappiamo tutto quello che ci può preoccupare e ci può dar fastidio, e quindi noi per quanto mi riguarda la partita la prepariamo dal punto di vista tecnico-tattico” – sono le parole del tecnico del Lecco, Luciano Foschi, in vista della finale dei playoff Foggia-Lecco (qui vi diciamo dove vederla).

“Che l’ambiente possa essere ostile questo lo si sa, però comunque poi rimane una partita di calcio dove tantissimi tifosi faranno il tifo per la propria squadra. Noi ci faremo forza insieme ai nostri tifosi, non so quanti saranno, sicuramente saranno meno degli altri ma anche se sono pochi ci daranno la forza e quindi sappiamo che è un martedì, è un giorno lavorativo, la distanza è notevole però sono sicuro che tutti quelli che verranno verranno a sostenerci e per tutti noi saranno come fossero centomila. Nella nostra testa ci stiamo preparando al meglio per una partita dove l’importanza è veramente altissima e quindi vogliamo continuare a sognare – continua il tecnico.

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Luciano Foschi
Il tecnico Luciano Foschi, fotografia del Calcio Lecco 1912. L’utilizzo di questa foto, per conto di lagoleada.it, è stato autorizzato – in forma scritta – dall’Ufficio Stampa del Calcio Lecco 1912

Foschi: “Tutti i gironi di Serie C sono difficili”

“Ho sempre detto che i playoff non hanno classifiche, non si può paragonare a niente perché ci sono alcune squadre che crescono in modo esponenziale proprio in questo periodo. Sento tanti ragionamenti, a ma nel vostro girone avrebbe vinto facile, sembra quasi che il Girone A sia meno paragonabile a quello di B e C. I gironi hanno sempre una storia a sé, è difficile capire se il Pescara nel Girone A vada ad Arzignano a vincere? Dico Arzignano perché è una piazza con poco pubblico. A è più semplice dicono. Io non lo so se è più semplice andare a vincere a Trieste, a Vicenza, a Padova a Novara, a Salò. I paragoni sono fuori luogo, non si può paragonare perché magari una squadra nel girone B o C fa tanti punti di più, poi però la metti in un altro girone non è detto che faccia gli stessi punti ne può fare anche meno. Questi paragoni non hanno senso, il calcio si divide in due sfaccettature: sulla carta ci sono le squadre più forti e sul campo le squadre più brave – dice ancora Foschi.

Il Foggia è in finale perché è stata la squadra più brava

“Non è detto che vinca sempre la squadra più forte e secondo me questi playoff, non parlo per noi, stiamo parlando del Foggia: il Foggia è arrivato in finale perché è stata la squadra più brava. Se poi dici e ma è stata anche fortunata, ma ci vuole anche un pizzico di fortuna per arrivare in finale, sempre chiunque. Se ci fosse andato il Pordenone piuttosto che il Cesena sicuramente ci stava un pizzico di fortuna. Le squadre che vanno in finale, oltre la capacità e alle qualità della loro forza, sono state più brave e più fortunate. Ci vuole grande rispetto di chi ottiene questo obiettivo perché poi è sempre facile parlare da fuori e dire tante cose. Giocare ogni tre giorni non è semplice, ci vuole una forza psicologica, fisica, ci sono tante piccole componenti che vanno al di là della semplice forza fisica della squadra. Magari ci sono giovani che non vengono considerati e che dimostrato di essere all’altezza della situazione senza spaventarsi di tirare un rigore davanti a 15mila spettatori” – dice il mister.

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