Fabio Gallo al termine di Monopoli-Foggia, vinta 0-2 dai rossoneri. Crediti: Luigia Spinelli
Sono le ore 11:04 del 22 Febbraio; alla Sala Ricevimenti MariGiò ha inizio la conferenza stampa indetta da Fabio Gallo per chiarire alcuni punti in seguito alle sue dimissioni, trasmessa in diretta dall’emittente locale FoggiaTV.
“Comincio col dire che è troppo facile offendere e insultare una persona non presente. Dico subito che non mi sono dimesso per un contratto, non è mai stato un problema di contratto visto che prima di Foggia prendevo tre volte tanto e sono venuto qui con entusiasmo per allenare il Foggia” – dice Gallo.
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“La carta privata? Tutto vero, la cifra era di 65.000 euro, se ne parlò in data 5 ottobre 2022; vengo a sapere, prima della partita col Latina, che questa carta non è stata depositata non per negligenza mia perché non spettava a me depositarla. Quando vengo a sapere che questa carta non è stata depositata mi viene detto di rinnovare il contratto lo stesso, e rispondo che ne parleremo. Mi dicono che ci sono dei premi, dico che non è un problema di premi, mi fido del Sig. Canonico ed eventualmente sarebbe spettato a lui gratificare il mio lavoro” – spiega Gallo.
“Il messaggio del mio agente a Canonico? Era passata quella definita dal presidente come la settimana in cui dovevo essere sereno e non parlare del contratto. Al messaggio del mio agente in merito la risposta è stata ‘Ne parliamo a fine stagione, buona giornata‘. Al mio staff, che sembra mi abbia abbandonato, quando ho preso la decisione gliel’ho comunicata e ho detto loro che dovevano continuare a lavorare perché non hanno possibilità di rinunciare a dei soldi, hanno famiglia, sono dei professionisti e non devono rinunciare; la mia scelta non deve essere condizionante per loro. Il mio staff, d’accordo con me, su mia pressione personale, continuerà a lavorare per il Foggia com’è giusto che sia” – dice il tecnico.
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“La settimana prima della partita di Pescara mi chiama il mio procuratore e mi dice ‘Vuoi sapere l’ultima? Il Foggia ha contattato un dirigente di una squadra del Nord per chiedere il contatto di un allenatore perché sembrerebbe che tu possa essere esonerato in caso di sconfitta col Pescara‘. Sapio gli dice che la società sta contattando altri allenatori e lo dice anche a me. Io ritengo che il D.S. debba essere un punto di riferimento per l’allenatore quindi devo capire dove sta la verità; sta di fatto che da quella partita in poi, in ogni partita, in caso di sconfitta il mio rischio sarebbe stato l’esonero“ – rivela Gallo.
“Quindi parlo già di un po’ di tempo fa, non è un fatto clamoroso è una goccia che continua a cadere, non ultima quella di domenica: in caso di sconfitta con la Stabia sempre Sapio, che ha interagito nel quotidiano con me e col mio procuratore, non ha mai avuto dubbi nel dirmi ‘Se perdi vai via‘; ieri sono stato additato come presuntuoso. Io sono arrivato qui a testa bassa, con un contratto ridicolo per i miei standard ma la voglia di allenare il Foggia era più grande. Quando sono arrivato ero carichissimo, chi non era carichissimo non ero io, perché la situazione era drammatica; la cosa oggettiva è la classifica di adesso che parla chiaro. Sono lì, i punti sono lì. Grazie alla squadra che ha lavorato insieme a me, abbiamo risollevato una situazione dove il primo obiettivo era la salvezza. Quando mi si dice che c’è un progetto, il progetto è fatto di giocatori che non siano a scadenza ma anche di strutture, organizzazione, dare una casa sicura per quello che devi fare; questo intendevo” – dice Gallo.
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