Immagine in evidenza: mister Ezio Capuano - crediti foto: pagina ufficiale Facebook Taranto F.C. 1927 (frame da video)
Al termine di Foggia-Taranto, il tecnico dei rossoblù Ezio Capuano ha analizzato la sfida in sala stampa: tutte le sue dichiarazioni.
“L’abbiamo preparata benissimo, sapevamo costruissero dal basso, ecco perché anche senza punte come Samele e Cianci sono venuto a giocare con tre punte, di cui Fabbro non centrale e neppure Kanouté: proprio per tenerli bassi. Ho giocato uomo contro uomo contro i due loro centrocampisti centrali. L’avevamo preparata con un 3-4-2-1, poi vedendo la formazione ho ipotizzato un 4-2-3-1, diciamo che sulla didattica siamo bravi, sulle uscite, quando prepariamo le partite a 3 o a 4. Se loro giocavano coi due centrocampisti, giocando 4-2 o 3-4, venivano sempre a giocare a muro sul primo campo, lì siamo bravissimi nella fase di aggressione sulle scalate. Eravamo padroni del campo, poi il calcio ti cambia, perché siamo stati troppo belli e presuntuosi, io dalla panchina urlavo per quanto fossimo larghi. Il gol nasce da un infortunio, Antonini è scivolato, però l’errore è che c’era circolazione parla e noi dovevamo andare in verticale, l’abbiamo preparata sempre così: avevamo questi due trequarti o punte che portavano fuori il centrale con la punta centrale che gli attaccava sopra, siamo stati bravissimi e lì abbiamo creato tutti i problemi. Invece di fare questa giocata, siamo rientrati dentro, poi c’è stata una grande giocata di Schenetti, è scivolato Antonini ed il calcio è episodico, riapri la partita contro una grossa squadra. Siamo stati bravi, avevamo tanti giocatori fuori a prescindere da quelli che non hanno giocato, ma anche Ferrara e Calvano non potevano giocare, ce n’erano tanti. Siamo stati bravi nel resistere, anche se le occasioni più notevoli le abbiamo avute noi per chiudere la partita; ad un certo punto sono entrati Beretta e Garattoni, non avevamo centimetri e io ho messo il terzo centrocampista per non far venire fuori Schenetti e non farci prendere tra le linee. Alla fine abbiamo vinto da grande squadra soffrendo, anche se il Foggia ha tenuto la palla e ci siamo abbassati com’è giusto che fosse, ma non ci hanno creato tanti pericoli. Abbiamo vinto arrivando in una situazione difficile contro un’ottima squadra su un campo difficilissimo, dando continuità, perché nelle ultime 5 partite abbiamo fatto 13 punti, numeri importanti ma rimaniamo con i piedi per terra. Sappiamo che il campionato è lunghissimo, è normale che ora ci godiamo questo momento, è giusto anche prendersi un po’ di meriti, ma non io, magari Massimo Giove. Se Cianci dovesse andar via, questa è una delle squadre che costa meno di tutti e 3 i gironi e sta facendo questi numeri importanti; poi nel calcio può succedere l’imponderabile da un momento all’altro, noi andiamo avanti“.
“Ognuno ha un modo di giocare. Se mi vieni a palleggiare in faccia sul primo campo, io ti massacro, è il mio forte anche per le qualità di aggressione. Dopo un minuto avremmo potuto segnare con una palla recuperata nello spazio; se trovo una squadra che mi palleggia, è difficile giocare contro di noi, però è il suo modo di giocare, quindi abbiamo fatto questa tipologia di gara. Siamo stati bravi anche giocando a uomo sui due centrocampisti Martini e Marino, abbiamo rischiato la parità numerica sopra, addirittura l’inferiorità numerica perché poi loro sono scesi con un 4-2-3-1 con Schenetti e Tonin più i due esterni, abbiamo avuto coraggio. I primi 30 minuti sembrava si giocasse il gatto col topo, non c’è stata mai partita; abbiamo avuto la capacità coglionesca di riaprire la partita, siamo stati dei polli, lì puoi anche perdere la partita se sale l’entusiasmo. Noi siamo stati bravi“.
“Stadio vuoto? È come andare a una grande interpretazione di Totò e avere la platea vuota. Anche noi dopo i fatti di Taranto-Foggia abbiamo giocato 3 partite fuori casa con stadio vuoto, in quel momento eravamo vittime come oggi lo sono i tifosi del Foggia. Giocare con lo stadio vuoto non è una bella cosa: meglio giocare con 10.000 persone che fischiano e danno una fase adrenalinica, senza che la squadra vada in fase dormiente. Non è una bella cosa, giocare senza pubblico non è calcio perché per me è emozione, quando si gioca senza pubblico qual è l’emozione?“.
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“Prima volta che vinco allo Zaccheria? Beh, allora bisogna festeggiare stasera, scherzo. Sono contento: vincere allo Zaccheria è un desiderio di tanti ma un privilegio per pochi. Non è facile vincere a Foggia, nella maniera più assoluta“.
“Le dichiarazioni di inizio stagione sull’obiettivo minimo playoff? Ho sbagliato e mentre lo dicevo mi pentivo. Arrivo a Taranto nel periodo forse più buio, con una squadra a zero punti e diserzione allo stadio, nella prima partita c’erano 200-300 tifosi; dopo tanto lavoro fai 12mila-13mila, è una delle vittorie più belle della mia vita. Lì mi feci trasportare da qualcosa che nessuno avrebbe avuto il coraggio di dire, però l’ho detto e mi pentivo mentre lo dicevo. Oggi abbiamo 10-11 punti di vantaggio sui playoff, quindi potrei anche spadroneggiare su quanto detto. Mi sono pentito però l’ho detto e non l’avrebbe detto nessuno“.
“Se ci possiamo porre il sogno o l’ambizione di stare tra le prime 5? Non mi pongo nessun limite, ma se cominciamo a fare voli pindarici perdiamo umiltà e quello che abbiamo costruito. Vogliamo continuare, sappiamo ci saranno momenti di difficoltà; è normale essere contenti, sarei un ipocrita a dire di non voler continuare. Siamo pochi, dipenderà molto da quanto riusciremo a fare nel mercato, per alzare l’asticella: ora, con grande onestà, se chiami un giocatore e guarda la classifica, allora viene volentieri. Abbiamo perso il giocatore più rappresentativo davanti, Cianci, ora bisognerà vedere chi arriva“.
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