In un’intervista esclusiva rilasciata a IlSipontino.net, Roberto Rambaudi ha parlato a 360° di Foggia, tra passato e presente.
Cosa ricorda quando gli si nomina Foggia?
“In primo luogo la città, bellissima. Subito dopo la voglia di emergere e la tifoseria che ci è sempre stata vicino. Il loro supporto è stato essenziale per creare quell’armonia che ci ha portato ad essere quella squadra di cui ancora tutti oggi continuano a parlare”.
Sotto la guida Zeman, Rambaudi fece faville nel Tridente delle Meraviglie con Signori e Baiano. Qual è uno degli aneddoti che ricorda del boemo?
“Giocavamo a Parma e a fine primo tempo eravamo sotto di due gol. Non stavamo dando il massimo e una volta negli spogliatoi ci aspettavamo tutti il cazziatone di Zeman; che non arrivò. Ci guardò tutti e disse: ‘Il riscaldamento è finito. Adesso iniziamo a giocare‘”.
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Com’è stato lasciare Foggia?
“È stato molto difficile ma eravamo arrivati alla fine di un ciclo e l’addio era inevitabile sia per esigenze societarie sia perché erano arrivate diverse offerte importanti. Il Foggia aveva altre ambizioni“.
Segue il Foggia oggi?
“Lo seguo sempre e mi sta piacendo molto quest’anno. È una squadra che è ben messa in campo e gioca un buon calcio. Con la Gelbison, però, è mancato qualcosa per portare a casa i 3 punti. Non mi è piaciuta la sostituzione di Peralta, avrei preferito lasciare in campo perché avrebbe potuto accendere la luce da un momento all’altro, e la performance di Iacoponi. Il gol preso era evitabile. Il Foggia poteva vincere questa partita ma nonostante il pareggio ha dimostrato carattere“.
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Immagine in evidenza: Roberto Rambaudi – crediti foto: pagina ufficiale Facebook Calcio Foggia 1920 (frame da video)
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