Immagine in evidenza: mister Antonio Gentile - crediti: foto di Mario Mescia/lagoleada.it (RIPRODUZIONE VIETATA)
Al termine di Foggia-Messina, il tecnico dei rossoneri Antonio Gentile ha analizzato la gara in sala stampa: tutte le sue dichiarazioni.
“Per il futuro non dipende da me: il mio compito finisce qui, la deroga per me finisce oggi, da domani sarò a casa. Le emozioni che abbiamo vissuto sono stati pesanti. È stata una partita a due-tre facce. Per me è stata una grande prova d’orgoglio. Il primo giorno sono venuto con una parola e con uno spirito e li ho tenuti fino alla fine. Ho detto ai ragazzi di chiudersi a riccio. Questi sono ragazzi che sono stati portati in questa situazione, ho fatto risvegliare in loro il senso di appartenenza, non sono scarsi“.
“Ho seguito la squadra dall’inizio dell’anno, ho deciso di prendere la strada del 3-5-2 per diversi motivi. I ragazzi sono stati bravi a seguirmi, ho mostrato loro le difficoltà e si è creata una forte identità. Si è visto tutto quello che avevo nella testa. Ci sono state pochissime persone che mi hanno supportato. Luigi Gentile è stato la mia spalla“.
“Ho dedicato tutto ai ragazzi, la salvezza è per i ragazzi e le loro famiglie. Questa è stata la prima volta che alleno questa squadra, solo questo mese l’ho allenata“.
“Il VAR è legge, nel bene e nel male. Questa volta credo che sia stata giusta la decisione, con il Lecco no comment. Io sono foggiano, ma sono stato lucido, le emozioni non mi hanno travolto, perché l’allenatore non si può far prendere. Sono stato condizionato dagli alti e bassi della partita. Negli ultimi metri siamo migliorati, ma già da Picerno. Ieri ho detto ai ragazzi che dovevamo aggiungere qualcosa in più. Emmausso mi ha ascoltato tanto, gli ho detto che se avesse voluto giocare avrebbe dovuto fare la punta e si è ricreduto punta anche lui. Ha fatto quello che doveva fare“.
“Fino a questo momento non ho dormito. Se fossi arrivato prima non so come sarebbe finita, è facile parlare dopo. Ci sono state tante situazioni che hanno portato al crollo, ma sicuramente avrei avuto lo stesso atteggiamento che ho avuto adesso“.
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“Canonico? Non l’ho mai sentito. Mi hanno detto di allenare il Foggia e di vedermela da solo. Il mio futuro? Non so cosa mi aspetta, sicuramente ho fatto un buon lavoro ma il calcio è maledetto. Non bisogna abbattersi nei momenti difficili e volare nei momenti alti. Spero che il Foggia trovi una stabilità sotto tutti i punti di vista“.
“Il pubblico? Ha fatto la differenza, non l’ho voluto dire finora, qui è un’altra cosa, questo è un pubblico da Serie A. Quando sei lì sotto ti senti aiutato. Oggi hanno fatto la differenza e i giocatori, soprattutto quelli più tecnici si esaltano, tipo Emmausso, Gala e Zunno. Sono giocatori veri“.
“Quando vai in vantaggio a volte ti abbassi e non lo fai apposta. Loro hanno fatto subito i cambi e avevano forze fresche, io non potevo farli subito. Mazzocco e Kiyine hanno portato freschezza in campo. Tascone si è stirato, ma per colpa mia perché gli ho detto di restare in campo. Pazienza aveva i crampi, ma l’ho spremuto“.
“Oggi mi resta l’attaccamento dei tifosi. Secondo me sono contenti della squadra ma non lo dicono, ma perché hanno il rammarico di aver sofferto tanto. Capisco i fischi ai calciatori e i ragazzi lo sanno“.
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