Foggia, la lettera di una tifosa: “Guardo la foto di Zeman e sto male”

Foggia, la lettera di una tifosa: “Guardo la foto di Zeman e sto male”

Amare riflessioni di Annalisa Barbaro

“In una timida mattinata di fine maggio, ripenso agli ultimi eventi che hanno caratterizzato il Foggia calcio..
Continuo a guardare quella foto dove si vede il Maestro partire..e un senso di angoscia, mista a profonda commozione mi attanaglia questo cuore deluso e affranto. Angoscia, certo..per quell’Uomo lasciato solo, in balìa di un destino incerto..”.

”Commozione se ripenso a come sia riuscito a dare lustro ad una città troppo spesso martoriata..una città che ora resta orfana di Lui e della Sua onestà, purezza, rettitudine. Lo osservo e lo vedo solo, su un marciapiede rovente, in un infuocato meriggio di maggio: a fargli compagnia solo una valigia, piena di sogni infranti.
Un bagaglio piccolo, tipico della modestia dei Grandi”.

”Un bagaglio piccolo di contenuto ma dove dentro c’è la Storia di una vita, dalla Primavera di Praga, a Zemalandia, alle scorie che ha avuto per aver detto il vero con forza e passione, all’ultima panchina nella sua amata Foggia.
La semplicità di chi è semplicemente grande nell’animo e nel sapere calcistico. Senza spocchia, senza la presunzione di farselo portare quel bagaglio o di attendere una lussuosa macchina che lo prenda”.

La guardo quella foto e sto male perché questo viaggio è la certezza che questa città, questo ambiente non hanno dato risposte alla sue domande.
Domande e richieste non di ingaggi favolosi ma di rassicurazioni nel poter portare avanti un’idea di calcio, di sport, puri e veri. Poteva restare? Forse. Ma sarebbe stato un inganno ai suoi princìpi, ai suoi ideali, a noi che lo abbiamo compreso, ammirato, elogiato, come conviene con ciò che si ama”.

”Le sue parole sono state poche com’è nel suo stile, chiare e sempre senza toni né polemici, né offensivi:
Quando due non si trovano è meglio se si dividono, a me dispiace tanto perché sono legato alla città, che ha fatto di tutto per farmi stare bene.
Io vorrei continuare a fare calcio con chi me lo permette, ogni giorno c’era un problema e non si riusciva a cambiare, non cambio io e non cambia il presidente. Non c’erano le condizioni per poter lavorare insieme”. Parole nette, semplici e soprattutto volte a far comprendere alla tifoseria la realtà dei fatti”.

”E proseguendo, una vitalità che molti allenatori giovani, arroganti e presuntosi non hanno:”Io di stimoli ne ho tanti, questa squadra mi ha dato grandi soddisfazioni, a lui no purtroppo, sembra che siamo retrocessi. Una squadra formata da giovani senza esperienza di serie C mi sembra abbia fatto miracoli”. Come dargli torto? Con la sua innata competenza ha trasformato in farfalle dei bruchi anonimi, dando identità ad una squadra che ha saputo ben figurare al cospetto di avversarie blasonate, conquistando quei playoff tanto attesi e affrontati con coraggio e impegno”.

”E sul rinnovo annunciato a gennaio? Senza avidità di danaro e qui la grandezza si palesa in tutta la magnificenza, semmai ce ne sia bisogno, il Mister dice: ”Era un contratto firmato in bianco, è senza cifre, non abbiamo parlato mai di cifre, lui non sa se volevo di più o di meno, se la studiate bene si vede dalla fotografia. Dal primo giorno eravamo in sofferenza, quello che si chiedeva non si riusciva ad ottenere. Per me non si può lavorare, io immagino un calcio diverso e una dirigenza diversa”. E qui non posso non ribadire che Lui non inganna, piuttosto patisce gli inganni, e con nobile distacco non volta pagina ma cambia libro rispetto a chi non ha né pagine, né libri”.

”Va via non a cercare nuovi confini perché non esistono confini se non nella mente di qualcuno. Va via non a cercare nuovi sentieri ma a tracciare sentieri dove non ce ne sono, sperando di essere compreso e, se non aiutato, almeno non ostacolato. Quella foto rappresenta la sconfitta di una intera città, che paga il dazio di essere lasciata ancora una volta sola e delusa: una città e una tifoseria che desideravano cose solide. Non prese in giro. Facta non verba. Serietà. Parole date e mantenute. Gesti reali. Desideri che si avverano… Continuo a guardare quella foto. Purtroppo non c’ è rassegnazione.. Penso che si poteva davvero costruire qualcosa di solido.. Partendo da una base ben solida, con l’ aggiunta di pochi innesti di qualità, avremmo recitato un ruolo da protagonisti nel prossimo campionato.
E invece la tracotanza, l’ arroganza, la negligenza e l’ incompetenza hanno prevalso. Complimenti a chi ha distrutto i nostri sogni. Diceva un certo Frederick Douglass :” I limiti dei tiranni sono stabiliti dalla resistenza di coloro che gli si oppongono”.

”Buona vita, Mister.
E grazie di tutto.
Ti porto nel cuore..perché per mano non lo posso fare
Guardo la tua foto.
E una lacrima mi riga il volto.
Altro non mi resta”.

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