Immagine in evidenza: Nicola Canonico e Zdeněk Zeman - crediti foto: profilo Facebook Nicola Canonico
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al presidente del Calcio Foggia 1920 da parte di una tifosa, Annalisa Barbaro.
”In un anonimo pomeriggio di metà maggio, mi pervade una strana sensazione, mista a nostalgia per ciò che è stato e timore e dubbio per ciò che sarà o potrà essere. Pertanto mi faccio coraggio e, immaginando di prendere virtualmente carta e penna, provo a scrivere a Lei, Presidente.
CARO Presidente, come succede alla fine degli anni scolastici, si scrivono lettere dense di emozioni e sentimenti che riepilogano gli avvenimenti trascorsi. Non pretendo molto nello scriverle questa mia missiva, ma solo dire che è stato un anno con una intensità tale da essere ricordato nel tempo”.
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Punti tolti, parzialmente restituiti, infamia di sei punti revocati a tre giornate dal termine, dimissioni rientrate.. insomma di tutto e di più, compreso altre cose che è giusto che noi tifosi non sappiamo e che avvengono nelle segrete stanze e negli uffici. È stata spesso una sofferenza che sia io, sia tutti i tifosi abbiamo accettato con moderazione,sempre animati da quella passione che forse Lei, Presidente, ancora non comprende appieno.
Quella stessa passione che ci ha portati in tutti gli stadi d’Italia, fino a Chiavari, con sacrifici di ogni tipo. Mi perdoni se dico “forse” perché il dubbio che lei non abbia capito quale passione agita il popolo rossonero foggiano mi rimane e rimane a tutti noi. Toccherà a Lei smentirci, a toglierci il dubbio che forse, e dico forse, non siamo ancora sintonizzati sulla stessa frequenza: quella del cuore.
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Chiaramente non dimentico che Lei ha raccolto questa società, che Lei ha riportato a Foggia quel Mito del calcio con i suoi collaboratori, Pavone in testa, insieme ad uno staff d’eccellenza e che ha dato continuità al calcio a Foggia. Sì, quel Mito nato lo stesso giorno del Foggia calcio, e non è certo una coincidenza.
Uno dei migliori allenatori e non solo per il gioco espresso, ma soprattutto per l’ onestà, e la rettitudine, Maestro di un Calcio onesto, pulito e meritevole. Ed è quindi con l’ animo pieno di ardore rossonero che mi rivolgo a Lei, provando a farmi portavoce modesta di quello che è certamente il pensiero e il desiderio sotteso di tutto il popolo foggiano, animato da passione e fede incrollabile.
Il Maestro, con a fianco quell’Uomo eccelso e onesto che è Pavone, DEVONO continuare il loro progetto per dare continuità a quanto fatto di buono in questo campionato.
Altrimenti avremo gettato alle ortiche il lavoro svolto pazientemente e con cura quest’anno. Questo puzzle potrebbe davvero prendere forma, con qualche innesto di spessore aggiunto ad una base già consolidata, riconoscendo quanto preziosa e indispensabile sia la riconferma di questo duo. Di parole ne sono state dette tante: ora c’è bisogno di fatti veri. Prima di concludere, voglio ricordarle una cosa prendendo a prestito un antico proverbio amerindio che dice così: “La Terra non è un’eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”.
Sostituisca “Terra” con la parola “Foggia calcio” e non dimentichi che Lei, pur nello sforzo economico, lo ha in prestito e deve restituirlo ad ogni cuore rossonero. E deve darlo intatto e migliorato. Questo farà sì che Lei sia ricordato nel tempo da noi.
Che sappiamo ricordare e non dimenticare.
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