Processione per la Madonna dei sette veli, in occasione del 250º anniversario del ritrovamento del Sacro tavolo, nel 1981. Foto di dominio pubblico
“Alcuni contadini videro tre fiammelle posate sulle acque e, sepolta dalla melma, una grande tavola avvolta in veli che ricopriva un’Icona che ne’ l’acqua, ne’ le traversie del tempo riuscirono a distruggere del tutto”.
Conoscete la storia della Madonna dei sette veli, e delle origini della storia delle tre fiammelle, prima grande stemma societario, ripreso dal club rossonero in occasione del centenario? In questo articolo ripercorriamo la storia della tipica tradizione storica foggiana.
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Nel lontano 1062, quando Foggia era solo un piccolo borgo dell’antica metropoli di Arpi,
esistevano solo pochi casolari arroccati intorno alla taverna del Gufo. Nel territorio erano presenti diversi laghetti e stagni, originati dalle piogge invernali. In una di queste pozze dei contadini, che conducevano i buoi all’abbeverata, videro tre fiammelle sull’acqua: rinvennero, sepolta nella melma, una grande tavola avvolta in teli. Scoprirono che si trattava di un’icona “che né l’acqua né le traversie del tempo erano riuscite a distruggere del tutto”. Nonostante fosse degradata, si distingueva bene l’immagine della Vergine Madre di Dio nell’atto di offrire all’adorazione il suo figlio Gesù.
I contadini, dopo aver rivestito l’immagine con nuovi veli, la portarono nella taverna del Gufo che divenne il centro religioso e di pellegrinaggio della zona, e qui nei suoi dintorni si costruirono molte case. Diversi forestieri cominciarono ad affluire per venerare la Madre di Dio. Più tardi, nel 1080, Roberto il Guiscardo volle che sullo stagno dove era stato rinvenuto il sacro tavolo, fosse costruita una grande chiesa per venerare la sacra immagine. Divenne una Chiesa Palatina e l’immagine della Vergine vi trovò la sua definitiva sistemazione e quasi un secolo dopo, nel 1172, il tempio venne ampliato grazie a Guglielmo II di Sicilia, detto “il Buono”.
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Insieme alla chiesa crebbe anche la nostra cittadina che divenne ben presto una delle più importanti del Regno. La chiesa veniva abbellita e arricchita di arredi, nuove rendite e privilegi e tutti i Re che passarono da qui (dai Normanni agli Svevi, agli Angioini fino agli Aragonesi, gli Spagnoli e, infine, i Borbone) considerarono quella di Foggia come una delle chiese più care.
La città infatti ospitava le assemblee parlamentari di cui la sua chiesa era il momento religioso. I Principi Regnanti scelsero la Chiesa di Sancta Maria de Focis per i loro matrimoni. Re Carlo I d’Angiò, morto a Foggia nel 1285, volle che nella Chiesa di Santa Maria fossero sepolte le sue viscere. Oggi il Sacro Tavolo si presenta tutto ricoperto da preziosi drappi riccamente ricamati e alla sua sommità si vede un’apertura ovoidale ricoperta di stoffa nera.
La Madonna dei Sette Veli si manifestò in diverse occasioni nel corso della storia di Foggia; la prima volta nel 1731, dopo il terribile terremoto deturpò la città e la cattedrale. Il Sacro Tavolo, miracolosamente rimasto incolume, fu recuperato da due sacerdoti e fu portato davanti alla chiesa il giorno seguente, il 22 marzo, dai frati minori cappuccini in cui si accalcavano i fedeli.
In quell’occasione i frati notarono che nell’ovale nero, che si apriva sulla superficie dei veli che avvolgevano da sempre l’icona, il volto di una dolce fanciulla sorridente. Nicola Guglielmone, arciprete del Capitolo, fece sgomberare la chiesa per studiare il Sacro Tavolo e riconobbe il volto della Madonna, “vivo e palpitante”. L’icona fu poi di nuovo esposta per la celebrazione eucaristica: al termine della messa il volto della Madonna riapparve per i fedeli.
La seconda apparizione si verificò l’anno successivo, nel mese di febbraio 1732, quando la Vergine Maria mostrò di nuovo il suo volto durante la predica di un missionario ai fedeli, giunto in città proprio a venerare la Madonna con le sue parole. In questa occasione, dopo l’evento, tale missionario – ossia Alfonso Maria de’ Liguori – fece dipingere un quadro, oggi custodito nella chiesa dei redentoristi di Cionari. Altre apparizioni furono testimoniate e tramandate fino al 1745.
Ogni anno, a Foggia, si celebra il 22 Marzo la festa patronale, ricordando la Madonna dei sete veli, che come ogni venerazione mariana, è sempre spinta da una messaggio di incoraggiamento e speranza per i suoi figli.
Nella foto in evidenza il logo societario modificato per celebrare la Madonna dei sette veli, crediti: Calcio Foggia 1920
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